Nei giorni scorsi il Tribunale di Treviso ha ammesso Pasta Zara spa al concordato preventivo in bianco, come chiesto dalla società all’inizio di maggio e ha nominato tre commissari (Marco Parpinel, Lorenza Danzo e Danilo Porrazzo), incaricati per presentare entro il prossimo 8 ottobre una proposta definitiva di concordato preventivo o una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti.
Sarà probabilmente il primo banco di prova per l’intervento del fondo per le aziende venete entrate in crisi a seguito del crac delle due banche venete lanciato da Veneto Sviluppo sgr e che punta a una raccolta di 400 milioni di euro, di cui 100 milioni entro inizio settembre. Il fondo, ha annunciato nei giorni scorsi il presidente di Veneto Sviluppo Fabrizio Spagna, intervenendo a Treviso a margine di un convegno sul rapporto fra banche e imprese, sarà quotato, sarà guidato da manager d’eccellenza tra i quali Gianni Mion, ex presidente di Pop Vicenza, e punta a finanziare le imprese sopra i 30 milioni di fatturato con piani da una decina di milioni ciascuna. Il fondo non ha ancora un nome: il progetto iniziale è denominato “Giano”, ma Spagna ha detto che sarà ribattezzato. L’idea del fondo è allo studio da tempo, in particolare era stata lanciata la prima volta dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia nel luglio 2016.
Pasta Zara, controllata dalla famiglia Bragagnolo, è partecipata dalla finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia (11,25%), e da Simest (11,76%), e ha un debito finanziario lordo verso le banche di 241 milioni, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche e in particolare 73 milioni riferibili ad affidamenti ottenuti da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca e quindi finiti nel portafoglio della Sga. Il tutto senza dimenticare che a livello di holding (la lussemburghese Ffauf sa della famiglia Bragagnolo) ci sono altri 50 milioni di euro di debiti nei confronti di Bank of China.
Intanto ieri Luca Zaia, incontrando i giornalisti a San Vendemmiano (Treviso), ha detto che le crisi di aziende storiche come Melegatti e Pasta Zara “rischiano di diventare dei contenziosi collettivi importanti” e che per questo a loro favore “non guasterebbe un progetto nazionale” di supporto finanziario.