Aston Martin ha debuttato ieri al London Stock Exchange dopo aver fissato il prezzo dell’ipo a 19 sterline per azione (si veda qui il comunicato stampa), all’interno della forchetta di prezzo che negli ultimi giorni era stata ristretta da 17,5-22,5 sterline a 18,5-20 sterline. Alla fine, quindi, il produttore delle super-car di James Bond ha collocato azioni per 1,08 miliardi di sterline o il 25% del capitale ed è stato valutato 4,33 miliardi di sterline, quindi sotto le aspettative del mercato di 5 miliardi di sterline (si veda altro articolo di BeBeez). E la prima giornata si è chiusa con un calo delle quotazioni del 5% a 18,1 sterline.
A vendere sono stati gli azionisti del gruppo: Investindustrial (37,5% prima dell’ipo), i kuwaitiani di Tajara Capital (ex Investment Dar) e Adeem Investments (che insieme controllavano il 54,5%), Daimler (4,9%, senza diritti di voto) e il management guidato dal ceo Andy Palmer (3%). I joint global coordinator sono stati Deutsche Bank, Goldman Sachs e J.P. Morgan, mentre Lazard è financial advisor.
In ogni caso, per Investindustrial si tratta di un grande traguardo, perché la valutazione è comunque ben più alta di quella sulla base della quale era avvenuto l’ingresso del fondo V di Investindustrial nel capitale nel 2012. Allora, infatti, con Aston Martin che aveva chiuso il bilancio di quell’anno con 461,2 milioni di euro di ricavi e una perdita netta di 26,4 milioni, Investindustrial aveva messo sul piatto 150 milioni di sterline (allora 190 milioni di euro) per la sua quota e aveva messo a disposizione fino a 80 milioni di sterline (altri 100 milioni di euro), senza però essere obbligato a investirli, per ulteriori aumenti di capitale se si fossero resi necessari per finanziare il piano di investimenti da 500 milioni di sterline per lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologia. L’operazione era stata conclusa sulla base di una valutazione dell’intero gruppo di 740 milioni di sterline (allora 940 milioni di euro). Nel maggio 2015, poi, Investindustrial e Tejara Capital avevano annunciato un aumento di capitale da 200 milioni di sterline per Aston Martin (si veda altro articolo di BeBeez).
Da allora i conti di Aston Martin sono migliorati molto: i ricavi sono saliti a 445 milioni di sterline nel primo semestre 2018 (+8% rispetto ai 410 milioni del primo semestre 2017) con un ebitda rettificato di 106 milioni (+14% da 93 milioni). Il gruppo aveva chiuso il 2017 con un giro d’affari di 876 milioni di sterline, massimo da nove anni, e un risultato ante imposte tornato in utile per 87 milioni di sterline, da una perdita di 163 milioni nel 2016, e a fronte di un ebitda rettificato per 207 milioni di sterline, più che raddoppiato dal 2016.