Lo sviluppatore immobiliare quotato all’MTA di Piazza Affari, Borgosesia punta sull’attività di investimento in asset non performing. Il patrimonio rinveniente da questa attività, sinora condotta dalla controllante della stessa Borgosesia, CdR Advance Capital spa, quotata all’Aim Italia, sarà infatti scisso a favore della società quotata e i nuovi investimenti saranno condotti in coinvestimento con altri soggetti, quali investitori istituzionali, family office e high networth individual. A valle della delibera del consiglio di amministrazione di Borgosesia di ieri, lo hanno comunicato le due società con una nota congiunta (si veda qui il comunicato stampa) nella quale si precisa anche che CdR Advance Capital si specializzerà invece in investimenti di private equity di turnaround.
Più nel dettaglio, in forza della scissione, verranno trasferiti a Borgosesia, tra le altre, i prestiti obbligazionari emessi da CdR Advnce Capital denominati “NPL Italian Opportunities 2016 – 2021 TV” (ISIN IT0005224917) da 4,95 milioni di euro e “NPL Global 2017-2022 5%” (ISIN IT0005277360) da 7 milioni, interamente sottoscritti, e il prestito obbligazionario “Jumbo 2018-2025 2,75” (ISIN IT0005347171) emesso per 25 milioni di euro e sottoscritto per 1,795 milioni, tutti e tre quotati sul Third Market di Vienna.
Borgosesia proseguirà a operare quale holding di partecipazioni indirizzando i propri investimenti in società attive nel campo degli asset non performing, secondo un modello di business basato, in linea di principio, sull’acquisto da istituzioni finanziarie di crediti deteriorati (Npl o Utp) con il fine ultimo di procedere al successivo acquisto dei beni posti a garanzia per procedere a una loro valorizzazione, e ciò anche nell’ambito di procedure concorsuali. Borgosesia e le proprie partecipate potranno inoltre ricoprire il ruolo di coinvestitore.
CdR Advance Capital prevede invece di “focalizzare la propria attività, sempre in qualità di holding di partecipazioni, nel settore del private equity indirizzando parte dei relativi investimenti verso società industriali interessate da processi di turnaround. Di fatto CdR proseguirà a operare, in un contesto più ampio, anche nel settore delle special situation, ma con target rappresentati in specie da aziende manifatturiere ancora attive che, pur versando in una situazione di crisi, appaiono in grado, una volta risanate, di assicurare interessanti performance”. Tale attività non si sovrappone quindi con quella futura di “BGS, che, come detto, opererà sì nel settore delle special situation, ma concentrando i propri investimenti in specie nel settore immobiliare e in asset che non presuppongono, comunque, un’attività industriale, con la quale, anzi, potrebbero essere sviluppate interessanti sinergie
commerciali”.
Tale attività, però, prosegue la nota, “presuppone chiaramente la disponibilità di mezzi finanziari adeguati e conoscenze manageriali che a oggi CdR ritiene di poter reperire anche grazie all’ingresso nel proprio capitale di nuovi investitori che, prima d’ora, hanno informalmente manifestato un proprio interesse in tal senso e con cui sarà avviata un’attività di negoziazione che, ragionevolmente, dovrebbe condurre al varo di un aumento del relativo capitale, in parte riservato a costoro, in sostanziale contestualità con la data di efficacia della scissione”.