Diadem srl, startup specializzata nel settore della diagnostica in vitro per identificare la malattia di Alzheimer ai primissimi stadi, ha annunciato poco prima di Natale un round di investimento da 1,5 milioni di euro guidato da Panakès Partners (si veda qui il comunicato stampa).
Daniela Uberti e Maurizio Memo, entrambi docenti dell’Università di Brescia, sono i due cofondatori scientifici della startup, che è guidata a Milano dalla managing director Simona Piccirella e a Londra dal managing director Andreas Ballis. Fondata nel giugno 2012, Diadem è uno spin-off dell’Università di Brescia con sede operativa presso il Dipartimento di Molecolare e Medicina Traslazionale, a cui è stato dato in licenza il brevetto di cui sono autori i due docenti e che consente di riconoscere e misurare la presenza nel sangue di una peculiare conformazione di una proteina specifica chiamata p53, i cui livelli plasmatici sono direttamente correlati alla possibilità di sviluppare nell’arco di alcuni anni il morbo di Alzheimer (si veda qui il comunicato dell’Università).
Insieme ai nuovi capitali Panakés ha portato a lavorare con Diadem talenti scientifici di livello internazionale. Tra questi ci sono Francesco Granata, un veterano dell’industria ed ex membro del comitato esecutivo di Biogen Ide c e vicepresidente di Schering-Plough Europe e Canada; Antonio Boniolo, cofondatore di DiaSorin; Antonella Fassio, ex direttore Regulatory Affairs di DiaSorin; Jeff Cummings, Director Emeritus del Cleveland Clinic Center for Brain Health; e Robert Dean, ex Director Diagnostics & Experimental Medicine di Eli Lilly.
La società proseguirà con i test attraverso sperimentazioni cliniche e approvazione regolatmentari nella Ue e negli Usa. Il test dovrebbe avere il marchio CE in Europa entro la fine del 2019.