Giuliana Albera Caprotti, vedova di Bernardo Caprotti, e la loro figlia Marina, alle quali il fondatore di Esselunga, scomparso nel 2016, ha affidato il controllo della catena di supermercati Esselunga, hanno avviato la procedura per liquidare i figli di primo matrimonio di Caprotti, Violetta e Giuseppe, e salire così al 100% di Supermarkets Italiani, la holding che controlla il gruppo della grande distribuzione. Lo ha annunciato lo scorso venerdì 11 gennaio Esselunga con una nota (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio Esselunga ha informato che gli azionisti di maggioranza della sua controllante, Supermarkets Italiani spa, cioé Giuliana Albera Caprotti e Marina Caprotti (che tramite Unione Fiduciaria spa detengono il 70% del capitale della controllante) “hanno esercitato il diritto di acquisto delle azioni della controllante possedute da Violetta Caprotti e Giuseppe Caprotti, che insieme rappresentano il 30% del capitale della controllante. Esselunga è stata informata che il prezzo d’acquisto verrà determinato da terze parti indipendenti. Inoltre, gli azionisti della controllante hanno comunicato che è possibile che una parte rilevante del prezzo d’acquisto che sarà corrisposto dagli azionisti potrebbe essere finanziata attraverso il ricorso al debito”.
Già nell’ottobre 2017 Esselunga aveva emesso due bond da 500 milioni di euro ciascuno quotati alla Borsa del Lussemburgo (uno con cedola 0,875% a scadenza 25 ottobre 2023 e l’altro con cedola 1,875% a scadenza 25 ottobre 2027) per rifinanziare il parte il prestito da 1,5 miliardi di euro ottenuto nel luglio precedente dalle banche (Citi, Mediobanca, Unicredit, Intesa e poi ampliato a Banco Bpm e Bnp Paribas) e necessario per acquistare il 45% della cassaforte immobiliare La Villata, posseduto dai due fratelli Giuseppe e Violetta (si veda altro articolo di BeBeez).
L’opzione call è contenuta nell’accordo quadro siglato nel luglio 2017 tra i due rami della famiglia, che disciplinò il riacquisto da parte di Esselunga dei suoi immobili. Una valutazione di Esselunga è emersa lo scorso ottobre, quando l’advisor Zaoui & C, nell’ambito di un mandato finalizzato a esplorare le diverse opzioni per il gruppo, aveva valutato la catena di supermercati tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro.
A decidere il valore delle quote saranno tre arbitri. Ma nel caso in cui la decisione scontentasse una delle parti si andrà in Tribunale.Una volta liquidati Violetta e Giuseppe, Giuliana Albera e Marina avranno mano libera nel decidere il futuro di Esselunga. Tra le opzioni allo studio c’è, come noto, la quotazione in Borsa, ma anche la possibile cessione a un investitore.
Il gruppo ha chiuso il primo semestre 2018 con 3,8 miliardi di euro di ricavi netti (da 3,75 miliardi nel primo semestre 2017) e un ebitda rettificato di 407,8 milioni e un debito finanziario netto di 724 milioni (si veda qui il comunicato stampa), dopo aver chiuso il 2017 con 7,75 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 638,2 milioni e un debito finanziario netto di 847,5 milioni (si veda qui il comunicato stampa).