Sono state oltre 245mila le aste immobiliari nel 2018 (+4,6% dalle 234 mila del 2017, si veda altro articolo di BeBeez), con un valore base d’asta di 36,38 miliardi di euro Lo rileva il rapporto annuale di Astasy srl (si veda qui il rapporto completo sul 2018), presentato ieri alla stampa dalla società di consulenza in esecuzioni immobiliari e da NPLs RE Solutions del Gruppo Gabetti, a sua volta partecipata da Astasy (si veda altro articolo di BeBeez).
I dati, contenuti nel report stilato con il patrocinio dell’Associazione TSEI sono stati reperiti dai siti ufficiali autorizzati dal ministero di Giustizia, dai siti ufficiali dei tribunali, dai siti degli istituti di vendita giudiziaria e da quelli delle associazioni notarili e portano a calcolare che in in Italia, una famiglia ogni 75 l’anno scorso ha avuto a che fare con una casa all’asta, per un totale di 1,47 milioni di persone coinvolte, tra intestatari del mutuo e garanti. Si calcola, ha ricordato l’amminsitratore delegato di Astasy Mirko Frigerio, “che dietro ogni mutuatario ci sia un nucleo familiare di almeno 3-4 persone (marito, moglie, figli) e che in media ci siano da contare anche un paio di garanti (nonni)”.
Dal punto di vista geografico, il 56% delle esecuzioni immobiliari si concentra al Nord (56%), seguito dal Centro (18%), dal Sud (14%) e dalle Isole (12%). Nel Nord, il record spetta alla Lombardia (19,46%), seguita dalla Sicilia (9,77%) e dal Veneto (7,96%). Il dato è molto simile a quello del 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo Frigerio, il record lombardo è dovuto alla densità abitativa della regione, grazie soprattutto a Milano, prima provincia in Lombardia subito dopo Bergamo, ma anche al calo di redditività delle imprese di questi ultimi anni di crisi e quindi delle famiglie.
Il rapporto analizza anche nel dettaglio le province italiane e rileva che la provincia con il record di esecuzioni immobiliari è Milano (10.363 aste), seguita da Bergamo (9.499 aste e una famiglia ogni 32 con la casa in asta. Il secondo posto di Bergamo è dovuto a zone come Ciserano, Verdellino, Osio sotto e Zingonia. Va peggio nella provincia di Alessandria, dove è stata messa all’asta 1 casa ogni 23 nuclei familiari.
Per quanto riguarda il tipo di immobili messi all’asta, come sempre la maggior parte delle unità immobiliari all’asta è riconducibile della categoria residenziale: nel 2017 questa categoria ha raggiunto il 78% (dal 70% nel 2017), il 10% sono terreni, agricoli ed edificabili, il 7% sono capannoni industriali e commerciali e il restante sono alberghi e hotel.
Il rapporto analizza anche la provenienza degli immobili messi all’asta: il 76% delle aste avviene per esecuzione immobiliare dovuta a pignoramento, il 22% per procedure concorsuali (fallimenti, concordati preventivi ecc) e il restante 2% da procedure di divisione giudiziale tra coniugi e/o cause civili.
Ancora una volta, poi, il 90% delle esecuzioni immobiliari è costituita dagli small ticket, ossia crediti concessi su valori nominali dei beni posti a garanzia, che non superano i 250 mila euro: il 74% ha un valore d’asta inferiore a 115 mila euro, il 16% arriva a 250.000 e il 10% sopra questo valore. Infine, Astasy ha calcolato che nel 2017 76mila immobili sono stati aggiudicati all’asta, contro i 36mila del 2016. Tuttavia, nel 2017 il 10% delle aggiudicazioni non sono state saldate, per cui il tribunale competente di ogni asta dovrà ripubblicare l’avviso di asta e far ripartire l’iter.
Secondo Astasy e NPLs RE Solutions, i record del 2018 di esecuzioni immobiliari sono dovuti soprattutto ai fallimenti delle imprese edili per la crisi del 2008 (che si sono tradotte in costruzioni di immobili non ultimate e in pignoramenti delle case di chi ha perso il lavoro) e all’eccesso di credito facile del 2006-2007, di cui stiamo ancora subendo gli effetti a causa dei tempi lunghi e variabili dei tribunali italiani: basti pensare che il decreto di trasferimento (il corrispettivo del rogito in caso di vendita di un’immobile messo all’asta) servono 3 mesi al Tribunale di Monza e addirittura 14 a quello di Patti. Un caso limite esemplificativo della lungaggini giudiziarie è un immobile finito in asta nel 1967, peritato in lire nel 1996 e andato in asta nel 2018. In totale, per effettuare un’esecuzione immobiliare servono 6-7 anni, al termine del quale si recupera circa il 44% del valore dell’immobile. Tempi così lunghi scoraggiano molte persone dall’acquisto di un immobile all’asta, nonostante i prezzi inferiori al valore dell’immobile stesso.
E’ per tutti questi motivi che Gabriele Mazzetta, amministratore delegato NPLs RE Solutions ha spiegato che sarebbe più conveniente, sia per l’esecutato (la persona che subisce l’esecuzione immobiliare) che per la banca, vendere l’immobile sul libero mercato invece che all’asta. Il problema è che l’esecutato si rifiuta di incontrare l’agente immobiliare inviato dalla banca. Per ovviare al problema, Astasy ha sviluppato la app gratuita Saldo&Stralcio online, dove l’esecutato potrà verificare se con la vendita sul libero mercato della propria casa sia possibile cancellare il debito, se sia possibile sospendere l’asta e trovare un’altra soluzione oppure se sia possibile mantenere la proprietà della casa e contemporaneamente trovare un piano di rientro dei propri debiti. Il lancio ufficiale della app è previsto per il prossimo marzo