di Stefania Peveraro
direttore di BeBeez
chairman & founder di EdiBeez srl
Cari lettori,
si parla tanto di intelligenza artificiale generativa, ma chi davvero ne sa qualcosa sono ancora pochi addetti ai lavori. E ovviamente io non sono tra quelli.
Ma in due occasioni nel corso della settimana che si è appena conclusa mi è capitato di moderare tavole rotonde nelle quali il tema dell’intelligenza artificiale è stato centrale e allora mi sono convinta una volta di più del fatto che questa tecnologia è, come dicono gli anglosassoni, qualcosa di “disruptive”, una parola che vuol dire qualcosa di più di dirompente, perché significa che è in grado di portare una trasformazione profonda nella vita, lavorativa e non, di un grande numero di persone. Ma ho capito anche che non sostituisce le persone. Per fortuna.
Ho avuto il piacere di parlarne giovedì 27 giugno nel corso di una chiacchierata con il fondatori di tre scaleup tech Enrico Mattiazzi, ceo e co-founder di Fiscozen, con Daniele Panfilo, ceo e founder di Aindo, e con Federico Sforza, co-founder di Banca AideXa, che ho moderato in occasione di una delle tavole rotonde della Reunion di Fondazione Nova, di cui BeBeez è stata media partner e che è stata tutta dedicata all’Artificial Humanism, cioè alla relazione tra etica e innovazioni appunto dirompenti come l’intelligenza artificiale e il quantum computing. Affascinante, oltre che divertente, in particolare l’intervento del key note speaker Enrico Zio, direttore scientifico di Datrix e full professor presso il Centre for research on Risk and Crises dell’Ecole de Mines, ParisTech, PSL University di Parigi e full professor e presidente della Alumni Association del Politecnico di Milano, con un Ph.D. degree in nuclear engineering sempre del PoliMi e in probabilistic risk assessment all’MIT di Boston. Il prof in sostanza ha detto che l’intelligenza artificiale è una innovazione che porta grandi opportunità che vanno colte e qualche rischio (come tutte le innovazioni) che va valutato e gestito. Un concetto che ha spiegato contestualizzandolo nella storia stessa dell’innovazione, che per sua natura richiede da sempre di bilanciare vantaggi per l’uomo con l’assunzione di rischi accettabili.
Concetto che è emerso anche mercoledì 26 giugno in occasione di una breve chiacchierata che ho condotto con Laura Grassi, direttrice dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, e con Camilla Cionini Visani, direttrice generale di ItaliaFintech, in occasione della presentazione di LAISA, legal tech solutions and advisory, società tra avvocati startup, costituita lo scorso anno da un gruppo di professionisti dello studio legale Legance e di illimity Bank, specializzata nella gestione dell’intero ciclo dei crediti deteriorati, del contenzioso seriale e del recupero crediti e fortemente integrata con tecnologie digitali basate sull’intelligenza artificiale. E anche qui il tema del Digital Humanism (sinonimo di Artificial Humanism) è risultato centrale
E se ancora non bastasse, per dire che questa settimana era destinata a essere la mia settimana dell’intelligenza artificiale, nei giorni scorsi è arrivato in redazione un comunicato di Schroders Capital, società specializzata nei mercati privati con 94 miliardi di dollari di patrimonio in gestione, che ha lanciato la piattaforma proprietaria Generative AI Investment Analyst (GAiiA) per accelerare l’analisi di grandi volumi di dati grazie all’Intelligenza Artificiale generativa. Nils Rode, Chief Investment Officer di Schroders Capital, ha spiegato così il senso del progetto: “Questa piattaforma proprietaria porterà la nostra capacità di analisi degli investimenti a un nuovo livello, consentendoci di prendere decisioni più rapide e più informate e di concentrarci su attività di maggior valore”.
Dopo questa considerazione, vi lascio al nostro BeBeez Magazine, che questo mese vedrete è molto ricco. Ci sono molte premesse per il ritorno dei mega e big deal di private equity, ma qualche dubbio resta e ne abbiamo parlato a fondo nell’inchiesta di copertina. C’è poi il tema della nuova direttiva europea sul mercato secondario dei crediti deteriorati, che è appena stata recepita in Italia con una serie di implicazioni importanti, che abbiamo approfondito in occasione del Caffè di BeBeez dello scorso 19 giugno e di cui riportiamo qui un lungo riassunto. E poi, ancora in tema di innovazione, abbiamo intervistato Alberto Castronovo, a capo dell’Unità per lo sviluppo internazionale delle aziende italiane del Mimit, che ci ha dato qualche anticipazione sui contenuti dello Startup Act 2.0 in arrivo. Infine la sesta puntata del ciclo EY M&A Compass, l’approfondimento mensile dedicato all’m&a in collaborazione con EY.
Buona lettura!