Le sofferenze bancarie, al netto delle rettifiche, sono calate a dicembre 2018 al livello di maggio del 2010, a quota 29,5 miliardi di euro.Il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali è pure sceso ai valori minimi del luglio 2010, attestandosi a dicembre all’1,72% (era 4,89% a dicembre 2016). Lo ha calcolato ABI nel suo ultimo bollettino mensile, diffuso ieri.
A fine novembre 2018, invece, lo stock di sofferenze nette era ancora a quota 38,3 miliardi, mentre un anno prima erano oltre i 64 miliardi. D’altra parte nel corso del 2018 le banche italiane hanno chiuso molte operazioni di cessione di Npl e in particolare molte si sono concentrate a dicembre (si veda qui il Report BeBeez NPL 2018).
Nel suo intervento ad Assiom Forex a inizio febbraio, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva ricordato che “in Italia il miglioramento della qualità del credito, in atto dalla metà del 2015, è proseguito lo scorso anno. Nel terzo trimestre il tasso di deterioramento dei prestiti è sceso all’1,7 per cento, in linea con i valori prevalenti prima della crisi finanziaria globale; per i finanziamenti alle imprese il calo si è arrestato negli ultimi mesi dell’anno con il rallentamento congiunturale” (si veda altro articolo di BeBeez).
Visco aveva aggiunto che “nei primi nove mesi del 2018, anche in seguito a numerose operazioni di cessione, la consistenza dei crediti deteriorati è scesa da 259 a 216 miliardi al lordo delle rettifiche di valore, da 129 a 99 al netto. L’incidenza sul complesso dei finanziamenti si è ridotta, su base netta, dal 6,1 al 4,8 per cento; il tasso di copertura è cresciuto di quasi quattro punti, al 54 per cento. Per i gruppi significativi il calo dei prestiti deteriorati netti, pari alla fine di settembre del 2018 al 4,5 per cento dei finanziamenti, è coerente con i piani concordati dalle banche con la Vigilanza (…) Per le banche meno significative la quota dei prestiti deteriorati netti era del 7,1 per cento alla fine di settembre dello scorso anno. L’incidenza superava il 10 per cento per 50 delle 270 banche di credito cooperativo (BCC), alle quali faceva capo circa la metà del complesso dei crediti deteriorati della categoria; tra i circa 100 intermediari diversi dalle BCC un’incidenza superiore al 10 per cento si osservava per 23 banche, rappresentative di un terzo dei crediti deteriorati del comparto. I piani di riduzione predisposti dalle principali banche meno significative nei mesi scorsi, in base alle linee guida emanate dalla Banca d’Italia all’inizio del 2018, sono ora al vaglio della Vigilanza. Progetti che vedano la collaborazione tra intermediari e operatori specializzati nella gestione di crediti deteriorati possono rappresentare una buona soluzione anche per le inadempienze probabili, relative a imprese in temporanea difficoltà”.