C’è ancora una volta Frigiolini & Partners Merchant in cima alla classifica annuale degli arranger di minibond per numero di emissioni stilata dalla School of Management del Politecnico di Milano. La classifica, che è relativa agli arranger di minibond intesi come bond di dimensioni sotto ai 50 milioni di euro, emessi da società italiane non quotate, verrà presentata questa mattina insieme a tutti i risultati dell’analisi annuale del Quinto Osservatorio Minibond dal direttore scientifico dell’Osservatorio, Giancarlo Giudici (qui il link per la diretta in streaming).
F&P, che ha strutturato 20 emissioni nel 2018, era stata prima per numero di emissioni strutturate anche nel 2016 e nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) ed è prima per numero di operazioni (66) curate complessivamente anche nella classifica cumulata 2012/2018, analizzata quest’anno per la prima volta dall’Osservatorio. Al secondo posto nella classifica 2018 c’è Unicredit con 14 operazioni, tutte originate e sottoscritte dalla banca, che è anche in cima alla classifica per valore delle emissioni strutturate, per un totale di 87,3 milioni (sempre originate e sottoscritte). Al terzo posto per numero di emissioni strutturate c’è poi Sella Corporate & Investment Banking con 12 deal, mentre la stessa banca si trova molto più indietro nella classifica per volumi con 22,6 milioni.
Al secondo posto per volumi si trova invece Mediobanca con 85 milioni di euro di minibond, seguita da Banca Finint (59 milioni), che invece nel 2017 era stata al primo posto (con 202 milioni). D’altra parte il dato del 2017 per Banca Finint era per una buona parte da ascriversi alla strutturazione del primo Elite Basket Bond, una cartolarizzazione di 10 minibond con caratteristiche simili, emessi contemporaneamente da società appartenenti alla community di Elite di Borsa Italiana, per un valore complessivo di 122 milioni di euro. Sul lungo periodo, comunque, Banca Finint vince: è prima per controvalore nel periodo 2012-2018 con ben 675,5 milioni di euro di minibond curati. Tornando al 2018, sulle operazioni di importo superiore ai 50 milioni nel 2018 troviamo come arranger principalmente le grandi banche come Bnp Paribas, Goldman Sachs, BancaImi.
Sul fronte degli advisor finanziari, invece, sempre considerando le emissioni sotto i 50 milioni del 2018, i consulenti che si distinguono sono: ADB Corporate Advisory, Borghesi & Associati, CDS Associati, Deloitte Financial Advisory, Eidos Partners, Envent Capital Markets, Eukleia Group, Falcio & Associati, Financial Innovation Team, Fiordiliso & Associati, Linklaters, Pwc, SBA Business Advisor, Studio Mazzei Commercialisti e Revisori, TCO Innovation e Vitale & Co.
Quanto ai consulenti legali, l’Osservatorio del Politecnico segnala invece come più attivi Orrick e Chiomenti (con una decina di operazioni a testa), Ashurst, CMS, DWF, NCTM, R&P Legal, Segre, Simmons & Simmons e Studio Rinaldi.
L’Osservatorio ha mappato 198 emissioni nel suo rapporto, di cui 179 sotto i 50 milioni. Nel corso del 2017 erano invece state mappate 188 emissioni (di cui 159 sotto i 50 milioni), mentre a partire dal 2012 il campione complessivo è di 746 collocamenti, di cui 636 sotto i 50 milioni.
Quanto al valore nominale totale delle emissioni mappate dall’Osservatorio a partire dal 2013 e sino a fine 2018, è pari a 25,22 miliardi, di cui il flusso relativo al solo 2018 è stato di 4,315 miliardi mentre quello del 2017 era stato pari a 6,547 miliardi. In termini di controvalore, quindi, nel 2018 è stato raccolto meno che nel 2017, nonostante un aumento delle emissioni, che di conseguenza si rilevano essere di importo mediamente più piccolo.
I numeri dell’Osservatorio del Politecnico si differenziano sempre da quelli dei Report private debt di BeBeez (disponibili per i lettori di BeBeez News Premium 12 mesi, confezionato sulla base del database di BeBeez Private Data, per abbonamenti clicca qui) perché quest’ultimo tiene conto di tutte le emissioni di private debt delle società italiane (o estere, ma controllate o controllanti di società italiane) non quotate e non finanziarie, compresi quindi anche bond di taglia superiore ai 500 milioni, i bond emessi da veicoli di cartolarizzazione e quelli emessi a supporto di operazioni di buyout. Non vengono invece considerate da BeBeez (come invece fa l’Osservatorio del Politecnico) le piccole emissioni di controllate italiane di gruppi internazionali (come il bond di PwC Italia spa, inserito nell’elenco delle emissioni considerate dall’Osservatorio nell’appendice del Report), i bond di holding di società finanziarie o loro holding (Anthilia Holding srl, sempre nell’appendice) e i bond di società italiane quotate su Mta o Aim Italia o a controllo pubblico (Acea, Ferrovie dello Stato, Prima Industrie, Maire Tecnimont, Piaggio&C, Gamenet, Guala Closures, Orsero, tutti in appendice al Report Politecnico)
Secondo il perimetro di BeBeez, dunque, nel 2018 le società italiane non quotate (o le loro holding estere) hanno emesso circa 8,8 miliardi di euro di obbligazioni, in aumento dai 7 miliardi del 2017, ma è aumentato numero complessivo delle emissioni più piccole, che per valore sono rimaste in linea con il 2017. In particolare, in totale BeBeez Private Data ha contato 125 diverse emissioni, di cui 17 con dimensioni superiori a 100 milioni di euro per un totale di circa 7,9 miliardi di euro (dai 5,74 miliardi del 2017 spalmati su 16 diverse emissioni).
Così, per esempio, BeBeez considera nel suo conteggio anche il rifinanziamento del debito per 2,2 miliardi di euro da parte della holding del gruppo Nexi, Mercury Holdco Ltd, avvenuto lo scorso maggio e cui ha seguito l’emissione di altri bond per 400 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e le emissioni condotte dai veicoli Rossini Investments sarl e Rossini Acquisitions sarl per finanziare lo scorso dicembre l’acquisizione della holding FIMEi in vista dell’opa su Recordati da parte di CVC e dei suoi coinvestitori (si veda altro articolo di BeBeez).