Il Fei (Fondo Europeo per gli Investimenti) ha sottoscritto 40 milioni di euro di Anthilia BIT III, il terzo fondo di private debt di Anthilia Capital Partners sgr dedicato alle pmi italiane (si veda qui il comunicato stampa).
La notizia, ufficializzata ieri in conferenza stampa a Milano, era già stata anticipata a BeBeez dal vicepresidente esecutivo dell’sgr, Giovanni Landi, lo scorso novembre in occasione dell’annuncio del primo closing di raccolta del fondo a quota 145 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) e poi confermata con anche il riferimento alla cifra dei 40 milioni lo scorso gennaio dall’investment manager e responsabile del team di investimento, Barbara Ellero, in occasione della sottoscrizione dell’ultima emissione di minibond da parte dei primi due fondi di private debt di Anthilia, che erano così stati interamente investiti (si veda altro articolo di BeBeez).
Grazie alla sottoscrizione dei Fei, il fondo raggiunge ora una disponibilità di circa 200 milioni, compresi 5 milioni di euro che saranno investiti dal team di gestione di Anthilia BIT III. Il fondo conta di raggiungere il target finale a quota 350 milioni entro il 2020. Il fondo è come noto promosso da Anthilia e collocato con Banca Akros (Gruppo Banco Bpm), arranger dell’operazione. Non a caso alla presentazione ieri hanno partecipato anche il ceo di Banca Akros Marco Turrina e il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che ha detto: “E’ importante coinvolgere gli investitori perché il contesto di tassi bassi rende necessario per le banche creare fondi alternativi. Banco Bpm in quest’ottica ha creato un team per fare consulenza agli investitori e farli contribuire all’economia reale del paese”.
Il Fei, oltre a investire nel fondo, si riserva la possibilità di fornire uno strumento di copertura a beneficio dei nuovi sottoscrittori che ne faranno richiesta fino a un massimo del 50% dei rispettivi investimenti, con un plafond complessivo di circa 20 milioni di euro, in modo da ridurre l’assorbimento patrimoniale per banche e assicurazioni che sottoscriveranno Anthilia BIT III. Anche i fondi precedenti godevano di una linea di garanzia del Fei prevista dal programma InnovFin SME Guarantee, che era stata studiata per coprire sino a un massimo del 50% di un valore di portafoglio di 50 milioni di euro, sino a un massimo di 5 milioni per ogni singola emissione. I 25 milioni di euro di garanzia, quindi, sono poi stati suddivisi tra il fondo BIT e il fondo BIT Parallel.
L’investimento del Fei nel fondo Anthilia è il primo investimento del nuovo programma europeo per i fondi di debito Private Credit Tailored for SMEs della Commissione Europea, che combina risorse del Piano Juncker e del Fei per un miliardo di euro complessivi, destinati all’investimento diretto e indiretto (tramite lo strumento di copertura) in fondi di debito diversificati in Europa. L’intervento mira a mobilizzare circa 4 miliardi di euro di finanziamento alternativo non bancario per le pmi e le piccole mid-cap europee.
Pier Luigi Gilibert, amministratore delegato del Fei, ha detto che certo non intende fermarsi qui: quello di Anthilia è stato il primo fondo di debito della serie in cui il Fei ha investito nell’ambito del nuovo programma, che investirà in un totale di 25 fondi. Gilibert ha aggiunto: “Il Fei è fiero e lieto di sostenere Anthilia, in quello che per noi è una continuazione delle nostre esperienze sviluppate nel private debt italiano dal 2015”.
Nel 2009 il Fei ha iniziato a investire nel private debt con i fondi mezzanine, nel 2015 ha effettuato il suo primo investimento in un fondo di debito, cui sono seguiti 40 investimenti per un totale di 1,7 miliardi di euro a livello europeo, ha raccontato Francesco Battazzi, Head of Diversified Debt Funds del Fei.
Come noto, il nuovo fondo ha un target di rendimento lordo del 6-7% e investirà in bond di aziende con ricavi compresi tra i 20 e i 200 milioni di euro di ricavi, un ebitda maggiore del 5% e un rapporto tra debito finanziario netto ed ebitda inferiore a 4 volte, con un limite di concentrazione del 10% per singolo emittente e del 20% per singolo settore.A differenza dei primi due fondi, Anthilia BIT III potrà investire anche sino al 20% della propria dotazione in note derivanti dalla cartolarizzazione di fatture commerciali trattate sulle piattaforme fintech, con un massimo del 10% per ciascun soggetto cedente. Anthilia sgr aveva sinora già investito direttamente in questo tipo di asset, acquisendo note di cartolarizzazione delle fatture trattate sulla piattaforma fintech Credimi (si veda altro articolo di BeBeez), ma d’ora in poi questo tipo di acquisti passerà appunto per il fondo BIT. Il fondo non potrà invece acquistare direttamente le fatture, perchè non è stata chiesta l’autorizzazione a Banca d’Italia per condurre anche l’attività di direct lending puro.
Il private debt è solo l’ultima delle strategie di investimento adottate dal Fei sul fronte del private capital a supporto delle pmi europee. Sul fronte del venture capital, per esempio, il Fei ha lanciato nel 2016 insieme a Cdp una piattaforma di investimento da 200 milioni di euro destinata al trasferimento tecnologico, battezzata ITATech (si veda altro articolo di BeBeez), che a oggi ha chiuso già quattro investimenti per un totale di 160 milioni di euro impegnati: 40 milioni ciascuno in Progress Tech Transfer, in Vertis Venture 3 Technology Transfer di Vertis sgr; nel fondo dedicato al biotech italiano, con focus su startup specializzate nella lotta alle malattie genetiche rare, lanciato dal colosso del venture capital francese Sofinnova, con la charity biomedica Telethon come advisor; e in Poli360, il fondo lanciato da 360 Capital Partners per sostenere l’innovazione tecnologica prodotta dalle competenze del Politecnico di Milano.
A luglio 2018 Cdp e Fei avevano annunciato il lancio del fondo Caravella, che punta a sostenere finanziariamente i business angel che investono parte delle proprie risorse personali start up italiane, con particolare focus nella loro fase d’avvio, e in pmi innovative per supportare i loro investimenti in innovazione e sviluppo (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2017, poi, era partita la Alpine Growth Investment Platform (AlpGIP), il primo fondo macroregionale cofinanziato dal Fondo Europeo per gli Investimenti (20,6 milioni di euro), nato dall’accordo tra Regione Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano (27,5 milioni, di cui 15 la Lombardia), con l’obiettivo di sostenere l’innovazione di tutta la macroregione alpina e in particolare di aiutare le pmi ad alto potenziale innovativo, investendo sia direttamente nelle aziende sia sottoscrivendo quote di fondi di private equity e venture capital dedicati (si veda altro articolo di BeBeez).