E’ stata ufficialmente bocciata la proposta del fondo Apollo Global Management per il salvataggio di Carige. Ieri pomeriggio, infatti, il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha diffuso una nota nella quale ha dichiarato che il Consiglio del Fitd “ha ritenuto di non poter accogliere l’ipotesi di intervento allo stato prospettata da un fondo di private equity” (si veda qui il comunicato stampa), che non viene citato, ma si sa essere Apollo.
Nella nota si precisa anche il consiglio del Fitd “ha manifestato al tempo stesso il fermo intendimento di intervenire anche in temi ristretti nella soluzione della crisi della banca con la disponibilità a valutare, nell’ambito de propri organi e in coerenza con le disposizioni statuarie, proposte di intenvento che prevedano la partecipazione degli attuali azionisi e di parnter pubblici o privati, A al fine il Fitd avvierà già a partire da domani un’analisi approfondita degli assetti tecnici e organizzativi della banca per definire il fabbisogno di capitale e le connesse proiezioni economico-finanziarie pluriennali idonee a sostenere un piano industriale efficace e credibile”.
La bocciatura era d’altra parte attesa. “È un po’ complicato pensare a qualcuno che entri e chieda alle banche il sacrificio, per avere poi il beneficio”, aveva detto nei giorni scorsi il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna a margine di un evento (si veda altro articolo di BeBeez), rispondendo a una domanda sull’offerta del fondo Apollo per Carige.
Insomma, ancora una volta il salvataggio del gruppo bancario ligure sembra in alto mare, dopo il fallimento della trattativa con Blackrock. Le altre possibili controparti, oltre ad Apollo, erano Warburg Pincus e Varde (si veda altro articolo di BeBeez). Ma ora dopo il dietrofront di Blackrock a maggio, e la bocciatura della proposta di Apollo, l’allusione a partner pubblici fatta nella nota di del Fitd potrebbe alludere a un intervento del Tesoro attraverso la ricapitalizzazione precauzionale, uno strumento che il governo ha messo sul tavolo all’inizio dell’anno come extrema ratio.
Il tutto mentre ieri in tarda serata, quindi dopo che nel pomeriggio il consiglio di gestione Fitd aveva rigettato l’offerta di Apollo, Carige ha diffuso un comunicato stampa, ripreso soltanto da alcune agenzie di stampa (si veda qui ANSA e AGI). Carige ha infatti comunicato “che nella serata i commissari hanno ricevuto da Apollo Global management una proposta di intervento a supporto della banca. La proposta, che prevede la partecipazione del Fitd e degli attuali azionisti di riferimento, è stata agli stessi prontamente inoltrata per le valutazioni del caso”. Non è chiaro, quindi, se questa proposta sia una proposta modificata rispetto a quella appena bocciata dal Fitd.
Il progetto sul quale stava lavorando Blackrock, prima di fare dietrofront, prevedeva che lo Schema Volontario del Fondo di tutela dei depositi convertisse a capitale i 318,2 milioni di bond subordinati Tier 2 sottoscritti dallo Schema nel 2018, come primo passo per arrivare alla prospettata ricapitalizzazione da 720 milioni di euro. Successivamente, infatti, Blackrock e altri coinvestitori avrebbero sottoscritto il resto dell’aumento di capitale, coinvolgendo anche la famiglia Malacalza, che attualmente possiede il 27,8% della banca e che si sarebbe potuta impegnare per 70-80 milioni. A valle dell’operazione, i fondi di BlackRock e dei coinvestitori avrebbero avuto il 45%, lo Schema Volontario il 35%, i Malacalza il 10% e il restante 10% sarebbe stato flottante.
Si dice che Apollo abbia invece proposto un aumento di capitale in due fasi per un totale di circa 500 milioni di euro. Anche in questo caso verrebbe chiesto alle banche di convertire il bond sottoscritto tramite lo Schema, ma poi l’intervento di Apollo si concretizzerebbe soltanto se nell’arco di qualche mese la situazione avrà dato concreti segnali di miglioramento. In quel caso Apollo rileverebbe la banca a un prezzo simbolico e a inietterebbe altri 100-150 milioni per il rilancio