Sansedoni Siena spa, storica società immobiliare senese partecipata dalla Fondazione Mps (67%), Banca Mps (21,8%) e dalla cooperativa emiliana Unieco (11,2%) ha depositato al Tribunale di Siena il 26 giugno scorso la domanda di concordato preventivo in continuità, che prevede un accordo di ristrutturazione dei 165 milioni di euro di debiti, contestuale a una ricapitalizzazione che sarà condotta dal fondo di private equity britannico Arrow Global e dalle sue controllate italiane Europa Investimenti e Sagitta sgr (si veda il comunicato stampa).
Sansedoni era stata ammessa alla procedura di concordato in bianco a dicembre 2018 (si veda qui il Decreto del Tribunale) e già allora si parlava di un accordo con i creditori sulla base di un piano che prevedeva la dismissione del patrimonio immobiliare, una volta oppportunamente valorizzato, e la separazione della piattaforma operativa per i servizi immobiliari, considerata ad alto valore aggiunto, il tutto grazie al supporto di un nuovo investitore (si veda qui altro articolo di BeBeez).
L’operazione prospettata da Arrow Global prevede nel dettaglio:
- un aumento di capitale di Sansedoni di 5 milioni di euro da parte di Europa Investimenti;
- l’istituzione di un fondo chiuso da parte di Sagitta sgr, che sarà sottoscritto dagli istituti bancari creditori della Sansedonia fronte dell’apporto dei loro crediti ipotecari e che verrà dotato di nuove risorse finanziarie per 13 milioni di euro da parte della Fondazione Mps (3 milioni) e di Arrow Global (10 milioni), da destinare principalmente alla realizzazione di capex sugli immobili.
Claudio Nardone, amministratore delegato di Sagitta sgr, ha precisato che il fondo ideato per Sansedoni è il prodotto che in occasione della presentazione lo scorso maggio della nuova strategia di Sagitta sgr (ex Vegagest sgr, si veda altro articolo di BeBeez) era stato battezzato Solution Fund, destinato alla migliore gestione e valorizzazione di crediti UTP single name delle banche. Allora, infatti, era stato annunciato che sul fronte immobiliare era allo studio un Solution Fund, che sarebbe stato istituito tramite l’apporto di immobili, diritti reali immobiliari o crediti ipotecari (questi ultimi solo se strumentali all’acquisto degli immobili e dei diritti reali di cui sopra), che potranno essere conferiti al fondo nell’ambito di situazioni di crisi di varia natura. Sagitta si sta preparando a lanciare una nutrita batteria di fondi, forte di tutte le autorizzazioni di Banca d’Italia necessarie per la gestione di fondi immobiliari e di fondi di private equity, di private debt e di fondi di credito. Nella maggior parte dei casi i nuovi fondi vedranno Arrow Global nel ruolo di anchor investor. Arrow Global ha messo a budget investimenti per 100 milioni di euro quest’anno per i fondi di Sagitta.
Per Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps, “si tratta di un investimento a salvaguardia dello sviluppo economico e dei livelli occupazionali del territorio senese che auspichiamo si realizzerà pienamente con l’approvazione del concordato. La Fondazione è fortemente impegnata a sostenere la continuità di Sansedoni e ne è dimostrazione l’ulteriore impegno, anche finanziario, assunto per la realizzazione del piano elaborato.”
Gli immobili del portafoglio di Sansedoni sono una novantina di immobili strumentali del gruppo Mps ed erano stati messi sul mercato già nella primavera del 2018 sotto la regia dell’advisor Duff & Phelps Reag (si veda altro articolo di BeBeez). Si tratta soprattutto le filiali chiuse nell’arco del piano di ristrutturazione di Mps e di altre strutture di proprietà della banca, compresi anche un edificio storico nelle via dello shopping di Roma, in via del Corso; due uffici a Firenze situati vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore e Via dei Sassetti; e anche la sede storica a Milano, in via Santa Margherita 11. Il tutto, si stima, per un valore attorno ai 600 milioni di euro.