Il terzo fondo di F2i starebbe definendo i dettagli per presentare un’offerta di acquisto per Sorgenia, inserendosi a sorpresa nella partita che sinora aveva sollevato gli interessi di fondi di private equity come Blackstone, Riverstone, Cvc ed Energy Capital e di soggetti industriali come Iren, Acea, la britannica Contourglobal e la cordata tra l’italiana A2A e la ceca Eph. Lo ha scritto ieri Radiocor.
Come noto, dalla scorsa primavera il produttore e distributore di energia elettrica e gas è sul mercato, con le banche che puntano a cedere le rispettive quote detenute tramite la holding Nuova Sorgenia Holding, dopo il risanamento della società in seguito alla ristrutturazione del debito. Per occuparsi della cessione, Sorgenia aveva dato mandato a Lazard e Colombo & Associati, in qualità di advisor finanziari, a fine 2018.
F2i starebbe lavorando in tandem con il fondo Asterion Capital Partners, guidato e fondato dall’ex numero uno di Endesa Europa, Jesu’s Olmos. Nell’ambito di un aumento di capitale, F2i potrebbe conferire alcuni asset rinnovabili in portafoglio mentre Asterion metterebbe a disposizione mezzi freschi per liquidare in tutto o in parte le banche socie di Sorgenia e cioé Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca (con il 16,67% a testa) e Banco Bpm (che ha il 33,32%).
Sorgenia ha centrali elettriche per oltre 3.000 mw di potenza installata e più di 275.000 utenti retail nella vendita di elettricità e gas. Il Gruppo Sorgenia ha chiuso l’esercizio 2017 con un ebitda di 161 milioni di euro e un debito finanziario netto di 715 milioni, copo aver rimborsato, dal marzo 2015, 439 milioni di euro ai propri creditori finanziari. La valutazione del deal si aggira attorno al miliardo di euro.