Slitta ulteriormente, rispetto all’ultima data fissata per il 21 ottobre, lo sbarco a Piazza Affari di Ferretti Group, che ha posticipato a ieri rispetto a martedì 15 ottobre, la chiusura del book ordini (si veda qui il comunicato stampa), peraltro già spostata in avanti di cinque giorni rispetto alla data iniziale di chiusura prevista per il 10 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova data sarà comunicata nei prossimi giorni da Borsa Italiana.
L’annuncio dell’ulteriore ritardo sulla tabella di marcia dell’ipo è stato dato ieri dalla stessa Ferretti, dopo aver annunciato martedì un taglio importante alla forchetta di prezzo portata tra i 2 e i 2,5 euro per azione (si veda qui il comunicato stampa).
Come noto, l’ipo di Ferretti comprenderà sia un aumento di capitale, con emissione di 40 milioni di nuove azioni (per 80-100 milioni di euro=, sia vendita di 47 milioni di azioni da parte di alcuni degli attuali azionisti. Il nuovo range di prezzo si traduce quindi in un equity value pre-money compreso tra i 501 e i 627 milioni di euro e corrispondente a una capitalizzazione post aumento di capitale compresa tra 581 e 727 milioni. Il tutto netto ribasso rispetto alla forchetta originaria di 2,5-3,7 euro per azione, corrispondente a un equity value per-money compreso tra 627 e 928 milioni e a una capitalizzazione post-aumento di capitale compresa tra 727 milioni e 1,076 miliardiCome già indicato da BeBeez lo scorso lunedì 14 ottobre, certamente a sfavore di Ferretti hanno giocato le brutte notizie sul fronte delle ipo negli Usa, dopo il ritiro dal mercato di WeWork, ma probabilmente non è piaciuto molto anche il fatto che il prospetto informativo in tema di dividendi dica chiaro che “l’emittente non ha distribuito dividendi negli esercizi 2016, 2017 e 2018 e non è prevista la distribuzione di dividendi nel medio periodo, salvo diversa delibera dell’assemblea degli azionisti”. Tradotto, significa che un investitore deve comprare solo perché ritiene che il valore del gruppo crescerà nel tempo e non perché si aspetta di essere remunerato dalla società per il suo investimento.
Non solo. Spulciando il prospetto tra i rischi si legge che “gli accantonamenti complessivi per i contenziosi civili, fiscali e giuslavoristici al 30 giugno 2019 sono pari a circa Euro 14,3 milioni, a fronte di un petitum complessivo pari a circa Euro 63 milioni“. E peraltro, qui 63 milioni potrebbero essere stimati per difetto perché potrebbe esserci ulteriori sorprese. Una delle cause a cui fa cenno il prospetto riguarda la GP Yacht srl, un tempo agente di Ferretti, riguardo alla quale “alla data del prospetto risulta pendente il giudizio in grado di appello per un ammontare di circa Euro 11 milioni” e la cui storia si intreccia con quella del fallimento della Luxury Yacht Corporation srl, società agente di Ferretti per la distribuzione delle imbarcazioni in Italia, che è stata dichiarata fallita nel 2015 per perdite sulle imbarcazioni usate, permutate in conto prezzo, a fronte della vendita delle imbarcazioni nuove di Ferretti. Vicenda quest’ultima che non si è ancora tradotta in una richiesta di risarcimento dei danni a Ferretti e che per questo motivo non viene considerata nel prospetto.