Balzo in Borsa di Moncler dopo le indiscrezioni sull’interesse di Kering diffuse nei giorni scorsi dall’agenzia Bloomberg: il titolo ha chiuso la seduta borsistica di ieri in rialzo del 6,52% a 41,36 euro, dopo averla aperta con un balzo dell’11%. A questi prezzi Moncler ha una capitalizzazione di oltre 10 miliardi di euro. Il valore del titolo è salito del 40,92% nell’ultimo anno: a quest’epoca nel 2018 quotava a 29,45 euro.
Moncler ha ammesso in una nota che “periodicamente intrattiene contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche per promuovere ulteriormente lo sviluppo di Moncler, senza che, allo stato, vi sia alcuna ipotesi concreta allo studio” (si veda qui il comunicato stampa).
Kering è la holding guidata da Francois-Henri Pinault, che detiene marchi del lusso come Gucci e Saint Laurent. Aggiungere Moncler al suo portafoglio lo aiuterebbe a tenere il passo con LVMH, che ha appena rilevato le gioiellerie Tiffany per 16,2 miliardi di dollari.
Un’operazione di questo tipo comporterebbe ovviamente un accordo con il fondatore Remo Ruffini. Infatti a Ruffini Partecipazioni Holding srl fa oggi capo il 22,5% di Moncler. La holding a sua volta è controllata dall’imprenditore all’87,206% con il restante 12,794% che fa capo a Venezio Investimenti Pte Ltd, veicolo controllato da Temasek, fondo sovrano di Singapore. Queste quote sono il risultato di un riassetto recente dell’azionariato della holding. Lo scorso novembre, infatti, Venetio ha ceduto a Remo Ruffini circa la metà della sua quota, che era del 22,685%, in Ruffini Partecipazioni srl, che in cambio ha assegnato a Temasek il 2,877% del capitale di Moncler più un conguaglio in denaro (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione è avvenuta sulla base di accordi predefiniti, che prevedevano la possibilità di recesso parziale dall’investimento in Ruffini Partecipazioni da parte di Temasek
Lo scorso giugno un’operazione simile, sempre sulla base di accordi predefiniti, era stata condotta in relazione alla quota in Ruffini Partecipazioni Holding posseduta da Acamar srl, veicolo che fa capo al finanziere Juan Carlo Torres, a cui fa capo il gruppo svizzero Dufry, il big dei duty free (si veda qui Consob). Acamar ha infatti esercitato a sua volta il diritto di recesso dall’investimento nella holding e ha ricevuto in cambio azioni ordinarie di Moncler, oltre a un conguaglio in denaro.
La holding Ruffini Partecipazioni aveva visto una prima riorganizzazione a livello azionario nel luglio 2016, quando era uscita la Tamburi Investment Partners ed erano entrati appunto, con un 24,4% complessivo, Temasek e Juan Carlo Torres, stringendo un nuovo patto parasociale con Ruffini (si veda altro articolo di BeBeez). Allora, Clubsette srl, il veicolo di club deal con il quale TIP aveva concentrato l’investimento proprio e quello di un gruppo di imprenditori, aveva esercitato un’opzione a suo favore (sottoscritta al momento dell’investimento nell’agosto del 2013 e in vista dello sbarco in Borsa, si veda altro articolo di BeBeez). che gli permetteva di convertire la sua quota del 14% di Ruffini Partecipazioni in azioni Moncler per il 5,125% del capitale. Nel settembre dello stesso anno era poi stata avviata la liquidazione di Clubsette per poter consentire l’attribuzione ai propri soci del relativo pro quota di azioni Moncler.
Nel marzo scorso il fondo francese Eurazeo ha poi azzerato la sua partecipazione in Moncler. Nel dettaglio, il fondo ha ceduto la quota residua del 4,8% del capitale, a un prezzo di 36,5 euro per azione, incassando in totale circa 445 milioni di euro. La cessione è avvenuta attraverso un accelerated bookbuilding a investitori istituzionali (si veda altro articolo di BeBeez).
Nei primi 9 mesi del 2019 i ricavi di Moncler sono saliti del 14%, attestandosi a quota 993,5 milioni di euro, trainati dal fatturato asiatico (+15%). In Italia le vendite sono salite del 6% nei primi nove mesi del 2019 e del 4% nel solo terzo trimestre. Nel 2018 la società ha registrato 1,42 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 500,2 milioni e un debito finanziario netto di 450,1 milioni (si veda qui il bilancio 2018).