Il Gruppo Buffetti spa è salito al 100% di Cartiere Paolo Pigna spa. A vendere sono stati il fondo IDeA Corporate Credit Recovery I, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr e il gruppo Jannone (si veda qui il comunicato stampa). Rinaldo Ocleppo, presidente di Gruppo Buffetti spa, ha dichiarato: “L’acquisizione di Pigna avviene nell’ambito di un progetto strategico per conquistare un ruolo di primo piano anche nel mercato della scuola”.
Buffetti, produttore di una vasta gamma di prodotti per ufficio, modulistica, consumabili per informatica, scolastica, pelletteria, regalistica e oggettistica promozionale, dal gennaio 2006 Buffetti è entrata a far parte del Gruppo Dylog. La capogruppo Dylog Italia spa di Torino è leader nello sviluppo, distribuzione e assistenza tecnica di software gestionali per le aziende e i professionisti.
Con origini industriali che risalgono al 1600, fondata ad Alzano Lombardo (Bergamo) nel 1839 da Paolo Pigna, mercante di carta di origine spagnola, Cartiere Paolo Pigna. oggi è una azienda specializzata nella produzione e commercializzazione a livello internazionale di prodotti cartotecnici a elevato standard qualitativo.
Buffetti era entrato nel capitale di Pigna con una quota del 40% nel maggio 2018, con il resto del capitale che era rimasto in capo per il 31% al fondo Idea CCR I e per il 29% a Giorgio Jannone, che erano scesi rispettivamente dal 51% e dal 49% (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo Idea CCR I aveva acquisito il controllo di Pigna nell’aprile 2017, a valle del decreto di omologa del concordato emesso dal Tribunale di Bergamo (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo aveva infatti acquistato tempo prima 10 milioni di euro di crediti dai principali istituti finanziatori di Pigna (Bpm, Bnl, Mps e Unicredit ) e aveva poi depositato l’offerta irrevocabile per convertirli in capitale.
L’ingresso di Buffetti nel capitale era avvenuto nell’ambito di un progetto strategico che prevedeva un forte sviluppo della società, fornendo a Pigna un decisivo accesso a nuovi canali distributivi con l’obiettivo di valorizzarne l’importante know-how tecnologico e progettuale patrimonio della società, nonché il brand storico italiano leader nella scolastica.
Da allora la guida dell’azienda è stata affidata a Massimo Fagioli, manager esterno indipendente, divenuto presidente e amministratore delegato, che ha implementato il piano di ristrutturazione e rilancio che ha portato Pigna a crescere del 20% in termini di fatturato tra il 2018 e il 2019, in controtendenza rispetto al mercato che ha registrato una flessione del 9% nel 2018 e di un ulteriore 6% nel 2019. Pigna ha chiuso il 2017 con 29,4 milioni di ricavi, un ebitda di 504 mila euro, una liquidità netta di 7,6 milioni e un utile di 28,7 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). In questo modo, l’azienda è uscita dal concordato preventivo con due anni di anticipo. Pigna nel frattempo ha ampliato la gamma prodotti con zaini, astucci e cartoleria di alta gamma, rilanciato alcune capsule collection rieditando quaderni del 1951 e lanciandole nel primo temporary store dedicato al made in Italy con heritage del Moma di New York.