Parte in questo mese di gennaio la sperimentazione della gestione delle fideiussioni tramite blockchain. Nel progetto “Fideiussioni digitali” (si veda qui il comunicato stampa) sono coinvolti Cetif (Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica di Milano), Sia (il gruppo di servizi e infrastrutture di pagamento controllato da Cdp Equity) e Reply (società quotata a Piazza Affari, specializzata nella progettazione e nell’implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali).
Il progetto, promosso da Banca d’Italia e Ivass (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni), ha l’obiettivo di ridurre il numero di false fideiussioni (oltre 1,6 miliardi negli ultimi 4 anni, stando ai dati della Guardia di Finanza), facilitare la condivisione di informazioni tra i diversi attori e garantire la sicurezza dell’intero processo.
Il progetto è stato lanciato dopo uno studio di fattibilità di circa 4 mesi, che ha coinvolto una trentina di soggetti primari del comparto assicurativo, bancario e finanziario, della pubblica amministrazione e delle imprese. La soluzione “Fideiussioni Digitali” sarà sviluppata all’interno di una sandbox, ovvero un ambiente di sperimentazione su dati reali sotto la supervisione di un Comitato Scientifico composto da Banca d’Italia, Ivass, Cetif, Sia, Reply e altri aderenti all’iniziativa. Il concetto di sandbox è stato sdoganato in Italia dal DL Crescita nel giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).