Guala Closures spa, quotata a Piazza Affari dall’agosto 2019 dopo la business combination con la Spac Space 4 (si veda altro articolo di BeBeez), ha annunciato l’acquisto della concorrente tedesca Closurelogic, specializzata nella produzione di chiusure in alluminio (si veda qui il comunicato stampa).
Fondata nel 1958, Closurelogic ha sede a Worms, in Germania. L’azienda è specializzata nel settore delle bevande e acque minerali in bottiglia di vetro. Nel 2018 la società ha registrato ricavi per circa 52,5 milioni di euro e un Ebitda adjusted di circa 1,6 milioni di euro. L’accordo prevede: l’acquisto di tutti gli asset dell’azienda (materiali e non, compresi il magazzino e l’immobile); il mantenimento del sito produttivo tedesco, grazie alla decisione presa da Guala Closures di utilizzare la forza lavoro esistente. Closurelogic passerà di mano al prezzo di 12,2 milioni di euro (circa 8,2 milioni per gli assets e circa 4 milioni per il magazzino). Guala Closures finanzierà l’acquisizione tramite le disponibilità di cassa e l’utilizzo della RFC del Gruppo. L’acquisizione sarà realizzata tramite Guala Closures Germany, società neocostituita e posseduta al 100% da GCL International Sàrl (società lussemburghese del gruppo), che aveva presentato un’offerta per rilevare la società tedesca a metà dicembre 2019. Il closing dell’operazione è previsto entro inizio febbraio 2020.
L’acquisto dell’azienda tedesca consente al Gruppo Guala Closures di: ottenere una presenza significativa sul mercato tedesco, fino adoggi marginale; consolidare la propria posizione nel mercato mondiale delle bevande e acque minerali in bottiglia di vetro; assicurare capacità produttiva per fornire nuovi potenziali clienti. “Questa operazione è in linea con la strategia del Gruppo di consolidamento selettivo del mercato e nello specifico quello delle acque minerali in bottiglia di vetro, mercato in forte espansione grazie all’attenzione verso la sostenibilità e alla premiumisation. Inoltre, la procedura di vendita garantisce a Guala Closures la possibilità di acquisire unicamente gli asset di Closurelogic GmbH, non dovendosi far carico delle passività generate dalla passata gestione”, ha sottolineato Marco Giovannini, presidente di Guala Closures.

Guala Closures in Borsa
L’azienda, fondata nel 1954, è leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per alcolici e in alluminio per vino, nonché uno dei maggiori attori mondiali nella produzione e vendita di chiusure in alluminio per l’industria delle bevande. Oggi opera in 5 continenti con 29 insediamenti produttivi e una struttura commerciale presente in oltre 100 paesi. Dall’agosto 2018, è quotata al segmento Star di Borsa Italiana e nel settembre 2019 è entrata nell’indice FTSE Italia Mid Cap. Il titolo ha toccato il minimo di 5,34 euro a fine novembre 2018, ma nnel corsso del 2019 ha recuperato e ha chiuso la seduta borsistica di ieri a 7,30 euro. Attualmente Guala annovera tra i suoi soci il fondo attivista Amber, il private equity Peninsula Capital con il 10%, la holding Mojto Luxco 2 con il 5,6% e il presidente Marco Giovannini con il 24,2%.
Nell’ottobre 2017 Guala ha comprato il business delle chiusure a vite di Icsa (Industria Corcher), società cilena specializzata nella commercializzazione di prodotti per l’industria del vino in Sud America (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2018 l’azienda ha acquistato per 21,1 milioni di euro la United Closures and Plastic, produttore scozzese di chiusure specializzato in superalcoolici precedentemente in mano al gruppo inglese Rpc (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel settembre 2019 sono circolate voci di un interesse a delistare Guala Closures da parte di grandi gruppi strategici americani, tra cui Silgan Holdings (si veda altro articolo di BeBeez), che si andrebbe ad aggiungere a quello di fondi di private equity internazionali, tra cui Astorg e Advent International, così come si diceva già lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez).
I ricavi di Guala Closures nel 2018 sono stati pari a circa 580 milioni di euro a cambi costanti (+8,5%) e a 543 milioni a cambi correnti (+1,5%), mentre l’ebitda rettificato è stato paria circa 112 milioni a cambi costanti (+1,4%) e a circa 105 milioni a cambi correnti (-5,5%), con un debito finanziario netto di circa 453 milioni, in miglioramento rispetto ai 553 milioni di fine dicembre 2017, con un leverage ratio che è sceso da 4,8 volte a 4 volte (si veda altro articolo di BeBeez), anche grazie ai capitali incasssati con la quotazione.
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