Il fondo inglese Cheyne Capital ha rilevato il 100% di Irplast spa, produttore italiano di nastri adesivi sulla base di una valutazione di circa 100 milioni di euro. Il management investirà per una minoranza. EY è stato l’advisor finanziario per la due diligence di Cheyne Capital, mentre Deloitte è stato l’advisor del venditore.
Irplast era nata negli anni ’50 per la produzione di tacchi per scarpe a opera di Flavio Bini. Grazie all’esperienza maturata nella gestione dell’adesivo, nel 1983 era poi stata costituita IrplastNastri, specializza nella produzione di nastri adesivi stampati. Successivamente nel 1987 l’azienda ha integrato verticalmente il processo produttivo e costituito Bimo Italia Spa, per la produzione di film ‘Bopp’ in polipropilene per l’imballaggio flessibile. L’attuale Irplast è nata nel 2011 dalla fusione tra Bimo Italia spa e Irplast, entrambe di proprietà della famiglia Bini, che da allora ha affidato la gestione a un gruppo di manager, guidati dall’amministratore delegato Fausto Cosi.
Oggi Irplast conta circa 350 dipendenti nei suoi tre stabilimenti di Empoli (Firenze) e Atessa (Chieti), dove ha sede. L’azienda prima al mondo nella realizzazione di film in polipropilene biorientato simultaneamente ed è uno dei principali produttori europei di: film specialty in BOPP e S-BOPP; etichette da bobina preadesivizzate termoretraibili per i mercati food, beverage, dairy, personal & home care; soluzioni multi-packaging; soluzioni “apri&chiudi” per i settori tissue e food; nastri adesivi stampati (carton sealing), anche anti-effrazione (tamper-evident). La società nel 2019 ha generato ricavi per 97,1 milioni di euro e un ebitda di 8,6 milioni. Il 25% della produzione è destinata al mercato italiano e il restante 75% a quello internazionale.
Fondata nel 2000 da Jonathan Lourie (ceo e cio) e Stuart Fiertz (presidente), Cheyne Capital ha sede a Londra ed è specializzata in corporate credit, real estate and asset-backed strategies, event driven, convertible bonds, equity long-short and equity macro, e fondi di fondi.
Cheyne Capital nell’ottobre 2018 aveva inviato un’offerta per salvare Pasta Zara (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima ha ottenuto l’omologa del concordato preventivo in continuità, con Barilla che nel gennaio scorso ha acquisito ufficialmente lo stabilimento di Muggia per 118 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).