“Grazie al fatto che Springrowth è autorizzato a erogare credito, proprio come una banca, potrà chiedere a Sace la garanzia sui crediti che erogherà alle aziende così come previsto dal Decreto Liquidità. Un’opportunità, questa, che i fondi attivi solo nel segmento private debt non potranno invece sfruttare”. Lo ha detto a BeBeez e Milano Finanza Gianluca Oricchio, managing director di Muzinich & Co. e amministratore delegato di Springrowth sgr, la società di gestione controllata al 100% da Muzinich & Co. Ltd, che nei giorni scorsi ha annunciato il closing finale della raccolta del suo Fondo di Credito Diversificato per le Imprese, fondo che investe in credito, obbligazioni e notes.
Il fondo, specializzato in direct lending alle imprese, era stato lanciato nel 2017 e ha raggiunto quota 417 milioni di euro di impegni, con Cdp e Fondo Europeo per gli investimenti che hanno agito come anchor investor con 50 milioni di euro di impegni ciascuno (si veda altro articolo di BeBeez).
“Nessuna delle aziende già da noi finanziate andrà a chiedere nuovi prestiti con la garanzia di Sace, così come previsto dal Decreto Liquidità. Per fortuna abbiamo investito su settori che oggi sono tra i pochi a non essere stati impattati dalla crisi da coronavirus, per esempio il farmaceutico e le tlc. In ogni caso, approfitteremo invece dell’opportunità della garanzia Sace, se sarà possibile, in occasione di nuove operazioni”, ha precisato Oricchio, che ha aggiunto: “A oggi abbiamo in portafoglio 40 aziende, considerando anche le due ultime che abbiamo in delibera, di cui 30 italiane e 10 europee. Le abbiamo finanziate investendo in totale circa 200 milioni di euro, di cui 140 milioni sulle aziende italiane”, ha detto ancora Oricchio. A oggi il fondo si trova quindi con 120 milioni di liquidità pronti da investire e altri 90 milioni circa da tirare appena terminata quella liquidità”. Tra le aziende italiane finanziate si contano: Farnese Vini, Lifebrain, Linkem, GPI, CBG Acciai, MEC3, Casa della Piada CRM, Bianalisi e Italcanditi.
“L’obiettivo è arrivare a un centinaio di operazioni entro il prossimo anno e mezzo. Il fondo è dedicato a investitori istituzionali che prediligono un basso profilo di rischio, ma con un flusso di ritorni costante, come assicurazioni e fondi pensione. Il nostro fondo, differenza dei classici veicoli di private debt che puntano a un portafoglio con un numero limitato di posizioni, vuole arrivare a essere molto diversificato e granulare con un profilo di rischio delle aziende finanziate che si colloca tra il rating BB e quello BB-, per un rendimento lordo atteso del portafoglio attorno al 4% (3,5% netto), contro un profilo di rischio medio dei portafogli dei classici private debt che si colloca sul rating B/B- per rendimenti del 6-7% lordo”.
E il rischio di credito, ha spiegato ancora Oricchio, riesce a essere mantenuto così basso grazie al fatto che “l’sgr ha sviluppato un algoritmo proprietario di analisi del rischio di default che si basa sull’analisi dei giorni di sconfinamento sui conti correnti da parte delle società, così come viene segnalato in Centrale Rischi. Come noto la nuova definizione di default prevede i crediti siano classificati come tali dopo 90 giorni di scaduto. E questi dati sono a disposizione solo del settore bancario e di tutti i soggetti che hanno ottenuto da Banca d’Italia l’autorizzazione a erogare direttamente credito, appunto come noi. Ma si tratta di dati che spesso le banche non modellizzano in modo adeguato.I nostri modelli sono sviluppati in ambiente di intelligenza artificiale e machine learning e si basano anche sui Big Data. Grazie ai nostri sistemi siamo in grado di decidere quasi in tempo reale se un’azienda per noi è finanziabile oppure no. E l’algoritmo serve anche in sede di monitoraggio, perché per gestire un portafoglio che arriverà a un centinaio di posizioni il fintech è indispensabile, a meno che non ci si possa permettere di assumere una numerosa squadra di analisti”. E poi, ha concluso Oricchio,
Intanto Springrowth sta studiando il lancio a breve di un nuovo fondo di rescue financing volto a dare liquidità di breve e medio termine e supportare attivamente i processi di risanamento delle imprese in crisi, al fine anche di salvaguardare i posti di lavoro. “Pensiamo di lanciare il fondo tra il quarto trimestre 2020 e il primo trimestre 2021. Pensiamo a una dimensione minima di 200 milioni e a un target massimo di 300 milioni“.