ARisk, una startup innovativa spin-off del Politcenico di Torino, che ha sviluppato un algoritmo di calcolo innovativo per l’analisi e il monitoraggio dei rischi attuali e in grado di prevederne l’evoluzione attraverso tecniche di intelligenza artificiale e machine learning, si è aggiudicata un finanziamento a fondo perduto da 350 mila euro sul bando Finpiemonte per il “Supporto ai programmi di consolidamento e crescita delle startup”. Il bando prevede che i soci o finanziatori terzi immettano nelle casse della società nuova finanza per altri 350 mila euro, portando così il totale del round a 700 mila euro (si veda qui il comunicato stampa del PoliTo e qui quello di ARISK). Il round si chiuderà a breve con l’ingresso nel capitale di nuovi investitori privati, tutti provenienti dal settore della finanza.
La startup è stata fondata nel 2017 da Giuseppe Vegas, ex presidente Consob, presidente e socio fondatore di ARisk (si veda altro articolo di BeBeez), insieme a Guido Perboli, docente del Politecnico di Torino, e a un gruppo di professionisti (Valeria Lazzaroli, Beppe Di Sisto, Vittorio Pizzorno).
ARisk, guidata dall’amministratore delegato Luciano Tarantino, aiuta aziende, investitori, istituzioni finanziarie, amministrazioni e organizzazioni pubbliche e private a comprendere, quantificare, monitorare e gestire i rischi ai quali sono quotidianamente esposte, ivi compresi, il rischio di credito e il rischio operativo aziendali.
L’azienda, di cui il professor Guido Perboli del Dipartimento di Automatica e Informatica è direttore R&D, ha sviluppato infatti un algoritmo di calcolo innovativo per l’analisi e il monitoraggio dei rischi di business impresa che è in grado di prevederne l’evoluzione attraverso tecniche di intelligenza artificiale e machine learning.
Il know how di ARisk nello sviluppo di algoritmi in grado di misurare qualunque tipo di rischio in maniera oggettiva e confrontabile, verrà messo dal Politecnico a disposizione di un centro specializzato nella gestione del rischio d’impresa che opererà in sinergia con gli studi sulla sicurezza delle infrastrutture, la cybersecurity e il building information modelling (BIM), creando un centro di riferimento unico nel suo genere in Piemonte.
Nelle scorse settimane ARisk ha prodotto una serie di studi sugli impatti del lockdown da Covid sulle piccole imprese del nord Italia, dando interessanti indicazioni anche a livello nazionale. ARisk ha calcolato infatti che i danni da crisi di coronavirus sui conti delle aziende italiane, grazie all’attivazione delle norme del Decreto Liquidità, verranno limitati, ma molto meno di quanto si vorrebbe sperare. Il rientro in una situazione di semi-normalità, con il rissorbimento delle perdite del 2020, infatti, non avverrà prima dei 5 anni, anche nei casi più positivi, considerando tutte le 13 mila imprese piemontesi con fatturato tra 1 e 40 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
In un precedente studio pubblicato a ridosso dello shutdown della prima zona rossa (si veda altro articolo di BeBeez), ARisk aveva calcolato che le imprese del lodigiano da uno a 5 milioni di euro di ricavi in 15 giorni di blocco della produzione si sono trovate ad aver già bruciato in media 103 mila euro di cassa, mentre quelle con ricavi tra 5 e 10 milioni nello stesso periodo hanno bruciato cassa per 300 mila euro e quelle tra i 10 e i 15 milioni sono arrivate a bruciarne 450 mila. Non solo. Per le aziende della fascia più piccola non c’è più cuscinetto di protezione: la cassa l’hanno bruciata tutta e avrebbero bisogno di tutti quei 103 mila euro per poter far fronte agli impegni contingenti, mentre la deadline per le imprese più grandi è di 44 giorni (per 1,3 milioni di cassa complessiva bruciata) e per le imprese nella fascia media la data cruciale è la soglia dei 50 giorni (e di 1,1 milioni di euro bruciati).