L’agenzia per il lavoro Alma spa, con sede a Napoli, e le sue partecipate Articolo1 srl e Idea Lavoro spa (società specializzate nel settore del lavoro interinale, con un organico di circa 2 mila dipendenti) sono state ammesse dal tribunale di Napoli al concordato preventivo con continuità aziendale, al fine di ristrutturare un debito di oltre 600 milioni di euro.
Nell’operazione, lo studio Santaroni Barberi Rondinone ha assistito l’azienda nella predisposizione delle rispettive proposte concordatarie basate su complessi ed innovativi piani di gestione comune della crisi. Di Tanno Associati ha curato i profili fiscali della ristrutturazione (e in particolare le istanze di trattamento dei crediti tributari). Le perizie di stima dell’attivo realizzabile sono state redatte da Paolo Longoni, Massimo Coppola e Gianpiero Galgani. La fattibilità dei piani è stata attestata dalla professionista indipendente Liliana Speranza.
Il programma di risanamento ha un orizzonte temporale di cinque anni e prevede l’apporto di nuova finanza da parte di investitori operanti nel settore. Le adunanze dei creditori per il voto sono fissate per l’autunno 2020.
Lo scorso novembre si era tenuta un’asta presso il Tribunale di Napoli per l’affitto del ramo d’azienda di Alma, Articolo1 e IdeaLavoro (si veda qui l’avviso). Il contratto aveva appunto una durata di anni e un canone di 300 mila euro all’anno più una maggiorazione pari allo 0,8% dall’anno a partire dal secondo anno, calcolata sull’incremento del fatturato stimato per il primo anno in 35 milioni di euro. Era previsto anche che l’affittuario, con la stipula del contratto, si assumesse l’obbligo di condurre in affitto anche i rami “somministrazione” delle società collegate Articolo 1 e Idea Lavoro. Per Idea Lavoro le condizioni erano identiche a quelle previste per Alma, mentre per Articolo1 il canone annuo era stato fissato per Articolo 1 in 600 mila euro annui, maggiorato, a partire dal secondo anno, dello 0,80% calcolato sull’incremento del fatturato stimato per il primo anno 75 milioni di euro. Non solo. L’affittuario si impegnava anche a sottoscrivere e versare, condizionatamente alla omologa dei concordati preventivi presentati, gli aumenti di capitale riservati per l’ammontare di 3,5 milioni di euro per Alma, di 2,5 milioni per Articolo 1 e di 800 mila euro per Idea Lavoro, e anche agli aumenti di capitale di Athena srl (per 300 mila euro), di Evo Recapiti (per 150 mila euro) e di Hibripost scarl (100 mila), così acquisendo la totalità del capitale di tutte le società.
Costituita sul finire del 2000 come società di lavoro temporaneo ex L. 196/97, fino al 2014 Alma ha esercitato l’attività di agenzia per il lavoro di tipo generalista, operando principalmente nel territorio del Triveneto e della Lombardia e mantenendo dimensioni aziendali contenute ed una struttura operativa sostanzialmente legata alle peculiarità dei territori di riferimento. A partire dal 2014 la società ha iniziato ad accrescere il proprio business nel tradizionale settore della somministrazione, attraverso una strategia di acquisizione sul mercato di agenzie per il lavoro a elevata redditività. Nell’ambito di questa strategia rientrano le acquisizioni nel marzo 2018 di Articolo1 e Idea Lavoro, dopo quelle di Job e Igea (si veda Lavorare.net).
La crisi della società è dovuta al fatto che a fine 2018 i vertici, Francesco Barbarino e Luigi Scavone, sono stati arrestati per una mega-frode fiscale da 70 milioni di euro che ha coinvolto Alma e una trentina di società partecipate e collegate, che facevano capo ad Altea Holding srl, con sede a Roma. Il processo si è chiuso a inizio maggio di quest’anno, con Barbarino Scavone che sono stati condannati entrambi a 3 anni e 10 mesi di reclusione con divieto di mettersi alla guida di imprese e di contrarre rapporti con la pubblica amministrazione (si veda qui GiustiziaNews24).