L’Italia resta 25ma al mondo e 15ma in Europa per il suo ecosistema delle startup. Lo rileva lo Startup Ecosystem Rankings 2020, stilato da StartupBlink, il centro di ricerca sulle startup fondato a Zurigo dall’imprenditore seriale Eli David nel 2014.
La classifica considera la quantità, qualità e il contesto di business per le startup presente in ogni nazione/città a livello mondiale. Sebbene l’Italia sia riuscita a mantenere la sua posizione in classifica rispetto al 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), lo studio avverte che il settore pubblico, con la sua lentezza nelle riforme e nell’eliminazione della burocrazia e la scarsa capacità di sostenere l’ecosistema delle startup, rischia di provocarne il declino.
La mancanza di unicorni (startup con valutazioni superiori al miliardo di dollari) incide anche sulla fiducia degli imprenditori locali sulla loro abilità di costruire scaleup. Il coronavirus ha tirato fuori il meglio dell’ecosistema delle startup, che ad esempio hanno usato la stampa 3D per aiutare gli ospedali in difficoltà. Questo potrebbe aumentare l’importanza delle startup agli occhi del settore pubblico.
A livello di città, Milano è 14ma in Europa e 62ma al mondo per ecosistema delle startup. Pur avendo perso ben 5 posizioni rispetto al 2019, resta la città meglio posizionata in Italia e l’unica nella top-100: Roma è 104ma, Torino 240ma, Firenze 247ma e Bologna 249ma. In totale, 29 città italiane figurano tra le prime 1.000. Il rapporto suggerisce di rendere Milano un hub globale delle startup e al contempo cercare di far rientrare almeno un’altra città italiana nella top-100.
A livello mondiale, i big-4 per startup restano Usa, Gran Bretagna, Israele e Canada, seguiti dalla Germania.
Nonostante sia rimasto tra le big-4, l’ecosistema delle startup canadese ha perso momentum nel 2020. Gli Stati Uniti mantengono un significativo vantaggio in classifica. A livello di città, la top-5 anche quest’anno è composta da San Francisco, New York, Londra, Boston e Los Angeles.