Il Covid-19 avrà un impatto significativo sui volumi lordi di crediti deteriorati italiani, che aumenteranno di 60-100 miliardi di euro nei prossimi 18 mesi. Lo prevede PwC nel suo rapporto “The Italian Npl Market. Ready to Face the Crisis”. Lo studio inoltre si aspetta che gli Utp (che ammontavano a oltre 60 miliardi pre-coronavirus, in seguito a cessioni per 10 miliardi negli ultimi anni) saranno l’asset class più colpita dalla pandemia, dal momento che decine di migliaia di pmi sono a rischio fallimento.
Nel frattempo, le principali banche italiane stanno proseguendo la loro strategia di deleveraging, che le ha portate a ridurre i volumi lordi di Npe del 20,6%, passando dai 341 miliardi del 2015 ai 135 miliardi di fine 2019. Per quest’anno, PwC si attende transazioni per 30-35 miliardi, alla luce dei deal già annunciati. Un dato in linea con quello previsto da BeBeez nel suo report sugli Npl diffuso lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez). Le banche italiane ora dovranno affrontare la sfida del deterioramento della qualità del credito provocata dal coronavirus.
“La nuova sfida che il mercato NPE si prepara ad affrontare sarà influenzata dagli impatti delle nuove misure d’emergenza adottate sia a livello nazionale che europeo e dalla loro efficacia nel sostenere le imprese. Ma quando queste misure cesseranno i propri effetti, il combinato disposto della diminuzione del volume d’affari a causa del lockdown e del conseguente deterioramento della posizione finanziaria netta di molte imprese, porterà alla necessaria ridefinizione dei rapporti e alla riclassificazione di una parte dei crediti a Utp.
Le banche dovranno essere pronte a gestire meglio questo fenomeno per contribuire al sostegno delle imprese meritevoli”, ha commentato Gabriele Guggiola, Regulatory Deals Leader di PwC, in merito alle misure straordinarie adottate per fronteggiare gli impatti del Covid-19. Pier Paolo Masenza, Financial Services Leader di PwC, ha ricordato che “le banche e l’industria del servicing sono sicuramente più attrezzati oggi rispetto al passato per affrontare la crisi”.