La Corte d’Appello di Venezia ha rigettato la domanda di omologa del concordato preventivo di Pasta Zara. Lo riferisce il Corriere del Veneto. Il tribunale ha accolto i ricorsi di Banca Finint, Finint Investments sgr e Banco delle Tre Venezie si è pronunciato infatti contro l’omologa del progetto di accordo con i creditori presentato dal pastificio di Riese Pio X e firmata il 28 gennaio scorso dal giudice fallimentare di Treviso, Antonello Fabbro (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente il presidente di Pasta Zara, Furio Bragagnolo, ha annunciato il ricorso in Cassazione, definendo la bocciatura del concordato “nulla più che un inghippo, che non fermerà in alcun modo il percorso del concordato e i progetti del piano industriale. Certo, se anche in appello i giudici ci avessero dato ragione, adesso molte cose sarebbero più semplici, ma l’Italia è sempre il Paese dei tre gradi di giudizio prima della chiusura definitiva di una vertenza”.
Pasta Zara era stata ammessa a fine gennaio 2019 alla procedura di concordato preventivo in continuità (si veda altro articolo di BeBeez), dopo che il produttore di pasta era stato ammesso al concordato in bianco nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva poi ottenuto una proroga dei termini per presentare il piano concordatario entro il 7 dicembre 2018. A quel punto la società aveva siglato con Barilla l’accordo per cedere per 118 milioni di euro lo stabilimento di Muggia, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni. Quella di Barilla era stata l’unica offerta per lo stabilimento ed era pervenuta nel maggio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
E, in base al concordato, dovevano essere proprio i proventi della vendita dello stabilimento di Muggia a Barilla a rimborsare i creditori. Pasta Zara è gravata da un debito finanziario lordo di 295,3 milioni di euro, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche e in particolare 73 milioni riferibili ad affidamenti ottenuti da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca e quindi finiti nel portafoglio di AMCO. Il tutto senza dimenticare che a livello di holding (la lussemburghese Ffauf sa della famiglia Bragagnolo) c’erano altri 50 milioni di euro di debiti nei confronti di Bank of China. La situazione di grave tensione finanziaria aveva portato la società a chiudere il 2017 con una perdita di 25,7 milioni, dovuta in parte alla svalutazione di partecipazioni in Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza per 9 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto crollato a 77,3 milioni e di un debito finanziario netto di poco meno di 200 milioni. Una situazione che ha portato la società a sforare di parecchio il covenant finanziario relativo al rapporto tra PFN e patrimonio netto, fissato a 1,80 volte. Nell’ambito del concordato, Pasta Zara ha inoltre incassato lo scorso maggio 25 milioni di euro di nuova finanza erogata da AMCO lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
Il piano di rilancio dei Pasta Zara prevede la riorganizzazione della produzione nei due stabilimenti di Riese e Rovato (rispetto ai 3 precedenti), l’avvio di nuovi investimenti nei settori della produzione, la razionalizzazione del portafoglio prodotti nonché un efficientamento e semplificazione dei processi produttivi. La proposta concordataria, approvata dai creditori nel settembre 2019, prevede che i debiti finanziari (incluso il minibond da 5 milioni di euro, sottoscritto tra gli altri anche da Finint Investments sgr, si veda altro articolo di BeBeez) siano soddisfatti al 33% entro 12 mesi dall’omologa del concordato e che i crediti di AMCO e di Bank of China siano a loro volta soddisfatti al 33%, ma entro 5 anni dall’omologa. Infine, i crediti degli istituti di leasing saranno rimborsati al 100% entro 24 mesi dall’omologa (si veda altro articolo di BeBeez).
Pasta Zara, fondata nel 1898, è nata come piccolo laboratorio nella provincia di Treviso e opera nel mercato della produzione ed esportazione di pasta. Negli anni ha conosciuto una crescita straordinaria fino a diventare il primo esportatore di pasta al mondo in oltre 108 nazioni e il secondo maggiore produttore di pasta in Italia. L’azienda, fortemente legata al territorio della Regione Veneto, vanta una capacità annuale di produzione pari a 400.000 tonnellate di pasta. Pasta Zara è controllata dalla famiglia Bragagnolo e partecipata dalla finanziaria regionale del Friuli Venezia Giulia, Friulia (11,25%), e da Sace-Simest (11,76%).
(19 novembre 2020 – Si aggiunge qui il testo del decreto della Corte d’Appello)