Il calcio, come diceva Pasolini – citato nel film,– è l’ultimo rito sacro dell’umanità e così resta tuttora in Tunisia, insieme all’Italia e al Brasile, forse il Paese che più fa del calcio non solo una passione ma un rito sociale. Un cortometraggio – realizzato da Adriano Valerio – girato in tunisino, con il tipico intercalare in francese, spesso un français cassé (sottotitolato in inglese) – prodottoda Full Dawa Films in co-produzione con Savonara Film, APA, French Lab Agency, Les Cigognes Films e distribuito in Italia da Elenfant Distribution – che racconta l’entusiasmo collettivo per la vittoria della Tunisia per la prima volta della Coppa d’Africa contro il Marocco: le Aquile di Cartagine hanno battuto i Leoni dell’Atlas per 2 a 1. E’ una Tunisia applaudita dal Presidente-dittatore Ben Alī che, forte di questo successo, sembra pronta a un’altra sfida, quella che nel 2011 l’ha condotta alla rivoluzione quando, come alla vigilia della partita, nell’aria si respirava una tensione forte di attesa, trepidazione ed entusiasmo. Ben girato, per chi conosce Tunisi, mostra luoghi e angoli riconoscibili, mai oleografici, senza compiacimento: una presa diretta che ingrandisce particolari apparentemente non significativi che consentono una lettura di secondo livello: il Paese che emerge dai particolari dei suoi volti giovani, dei suoi palazzi scrostati, dei taxi pieni di oggetti. Anche la musica, soprattutto il rap, richiama l’attenzione sui giovani e su quella voglia di unione e rivoluzione che sarebbe germogliata sette anni dopo la vittoria allo stadio. Solo infatti con la rivoluzione del 2011 nasce il rap tunisino, lontano dagli stereotipi delle clip americane.
Presentato all’apertura della 35esima Settimana Internazionale della Critica (sezione SIC@SIC Short Italian Cinema) alla 77esima Mostra d’Arte di Venezia 2020 come corto di apertura – il 2 settembre la proiezione stampa, il 3 settembre la Proiezione Ufficiale – il film racconta il 14 febbraio 2004, allo Stadio Olimpico di Radès, alle porte di Tunisi. Dopo due fallimenti in finale, la squadra nazionale tunisina può alla fine conquistare la Coppa d’Africa. La squadra è molto provata e sembra che tutto il popolo sostenga Ziad Jaziri, marcatore tunino, verso la metà campo avversaria. Quindici anni dopo questa partita decisiva, la Tunisia si ricorda ancora di quel giorno che ha segnato la storia del paese e di tanta gente perché il calcio non è solo sport, è cultura e politica ma è anche appunto un rito sociale familiare e diffuso, uno sport popolare che unisce persone che altrimenti nella vita non si incrocerebbero neppure per sbaglio. Non è un caso che il film si dedicato al padre del regista – grande tifoso dell’Inter che ha tra l’altro una sua realtà proprio a Tunisi – e al figlio. Uno degli intervistati nel film parla proprio del concetto di eredità legato al calcio: non solo il padre che “indirizza” il figlio verso la propria squadra del cuore, ma che gli trasmette i suoi racconti e ricordi.
E il fatto che il film sia girato con personaggi e non con attori lo rende ancora più credibile.
Già vincitore del David di Donatello e del Premio Speciale Nastro d’Argento (nel 2014) col corto 37°4S, Adriano Valerio non è nuovo alla Mostra del Cinema di Venezia. Il cortometraggio Mon Amour Mon Ami è stato presentato nella sezione Orizzonti nel 2017, così come due anni prima il lungometraggio Banat – il viaggio, durante la Settimana della Critica.
Les Aigles de Carthage
Regia: Adriano Valerio
Direttore fotografia : Corrado Serri
Montaggio: Julien Perrin
Assistente alla regia: Nasredine Ben Maati
Ingegnere del suono: Aymen Laabidi
Montaggio suono Yohann Bernard
Missaggio: Sébastien Creughe
Calibrazione: Alexis Lambotte
Produzione
FullDawa Films: Boris Mendza, Gaël Cabouat, Stéphane Landowski
Coproduzione
French Lab Agency : Aurélien Winterman
APA Olfa Ben Achour
Sayonara: Adam Selo
Les Cigognes: Martin Jérôme
Con il sostegno di Région Sud, Ministère de la Jeunesse et des Sports de Tunisie, La Cité Sportive de Tunisie, INP, AMVPPC, La Délégation de la Culture du Gouvernorat de Ben Arous e CinéMadart Carthage
a cura di Ilaria Guidantoni