Lo scorso 11 settembre, allo scadere della deadline (si veda altro articolo di BeBeez), sono arrivate come previsto tre offerte non vincolanti per Borsa Italiana della cordata Euronext-Cdp Equity, da Deutsche Borse e da Six, che controlla le borse di Zurigo e Madrid. Le offerte sono tutte sull’intero perimetro del gruppo messo in vendita dal London Stock Exchange, che ora dovrà decidere la scadenza per le offerte vincolanti, probabilmente alla metà di ottobre.
Le conferme per Euronext-Cdp e e Deutsche Boerse sono arrivate dai diretti interessati (qui il comunicato stampa di Cdp, qui quello di Deutsche Boerse), mentre Six non ha diffuso alcuna nota, ma la conferma arriva da varie fonti vicine al dossier (si veda l’ANSA).
Il London Stock Exchange aveva confermato il 31 luglio che stava ragionando su un’ipotesi di vendita di tutta Borsa Italiana o della controllata MTS. E questo, dopo che la settimana prima LSE aveva comunicato che la Commissione europea aveva iniziato una seconda fase di revisione dell’operazione di fusione tra LSE e l’information provider Refinitiv (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione su Borsa Italiana, però, è ben più importante rispetto a quella sulla sola MTS. Quest’ultima, infatti, è valutata 600 milioni di euro e in vendita c’è solo la quota del 62,5% che fa capo a Borsa spa, mentre l’intera Borsa Italiana è valutata 3,3-4 miliardi. Per questo motivo, al fianco dei capofila Cdp Equity-Euronext, Deutsche Boerse e Six si stanno delineando i possibili alleati, cioè istituzioni finanziarie e fondi di private equity.
Così, mentre Cdp-Equity-Euronext avrebbero un possibile alleato in Intesa Sanpaolo e potrebbero trovare una sponda naturale in F2i, Deutsche Boerse avrebbe contattato Allianz e Unicredit, mentre Six, secondo quanto riferito da MF Milano Finanza, starebbe cercando di coinvolgere Investindustrial.