di Massimo Cutolo
ceo Garda Plast spa
Gentile Direttore, ho letto l’articolo apparso sul suo giornale l’8 ottobre u.s. dal titolo “I covenant non sono più solo finanziari. Adesso i Fondi impongono quelli ESG” (in cui si citava una dichiarazione di Yann Chareton, managing director di Ardian: “Siamo sempre più attenti quando si tratta di investire in settori come il gambling o la plastica”, ndr).
Francamente ritengo singolare e fuori luogo accumunare il “gambling” alla “plastica”. Cosa sia il “gambling” è chiaro a tutti. Così come è chiaro il ruolo che esso svolge nella nostra società. Non posso dire sia altrettanto chiaro quale è il ruolo della plastica nelle nostre vite e nelle nostre economie. La plastica ha mille applicazioni e mille utilizzi. Provo a citarne solo tre, a mio avviso, di grande importanza per tutti noi e per il nostro Paese.
Packaging. Il packaging a base plastica è in grado di proteggere, meglio di altri materiali, ad esempio prodotti alimentari e farmaceutici. Proteggere in modo adeguato consente di evitare sprechi (cibo che si deteriora) permettendo alle più grandi società multinazionali alle più piccole operanti nel mondo food, di poter far arrivare i loro prodotti in tutto il mondo; alle più grandi società multinazionali e alle più piccole operanti nel mondo beverage, di dissetarci a tutte le latitudini; alle Aziende Ospedaliere di trasportare una sacca di plasma dove è urgente che arrivi. Ed è anche grazie a questo che il Made in Italy non ha confini ed è tra i “brand” più riconosciuti al mondo
Componentistica automotive. Si calcola che una vettura abbia circa 350 kg di plastica che, se sostituita con altri materiali, finirebbe per appesantirla aumentandone considerevolmente i consumi di carburante.
Design. L’arte manifatturiera e i nostri designer sono conosciuti e danno lustro al nostro Paese nel mondo. Molti prodotti di successo e di tendenza sono fatti in plastica.
La plastica risolve problematiche non le crea ed è ESG da sempre perché è in continua evoluzione. Da sempre lavoriamo per:
• ridurne gli spessori al fine di utilizzare meno “plastica”
• riciclare e recuperare sotto altre forme e per altri utilizzi la nostra materia prima (energia, fibre sintetiche,…)
• riciclare ridonando la stessa vita e lo stesso utilizzo al prodotto finito. E’ proprio questo il caso della nostra azienda che recupera, attraverso consorzi specializzati (CORIPET), la materia prima e riesce a produrre da bottiglie nuove bottiglie. Un loop virtuoso (bottle to bottle) e autosufficiente che non necessita di nuove plastiche vergini. Lavoriamo lottando contro tante difficoltà legali e burocratiche che partono sempre dalla modesta conoscenza della materia. Ad esempio sarà possibile, solo tra pochi giorni, produrre nel nostro Paese bottiglie utilizzando il 100% di plastica riciclata (rPet). In Europa si può fare da anni, l’Italia invece è ferma a un Decreto Ministeriale del 1973, che ne impediva la produzione. Come se la nostra tecnologia fosse rimasta ferma a quei tempi.
Ci sarebbero tanti argomenti di cui parlare e approfondire prima di cadere in approssimazioni che mietono facili consensi, seminando, al tempo stesso, danni ingenti. Per fortuna i fondi che conoscono nel dettaglio queste tematiche sono tanti e continuano a investire in questo comparto. In dialetto milanese si usa dire: “Ofelè, fa el to mistè” che vuol dire “Pasticciere fai il tuo mestiere. E’ ciò che mi auguro avvenga sempre più spesso.
Spero che l’investitore sollevi legittimi quesiti di “sostenibilità” e riceva le corrette informazioni dal fondo; che i fondi siano sempre più specializzati e pronti a individuare le migliori industrie da acquisire, motivando le proprie scelte con argomenti solidi e avvalendosi di specifiche competenze, non condizionate da mode e tendenze del momento: cavalcare temi di attualità senza le conoscenze adeguate fa perdere opportunità agli investitori; e spero che le industrie plastiche, e la nostra in particolar modo, continuino a sviluppare prodotti in modo sempre più sostenibile e a garantire e proteggere adeguatamente gli alimenti che ogni giorno arrivano sulla tavola di tutti. Anche di coloro che seguono le mode e le tendenze del momento.