Il mercato secondario del private equity dovrebbe aver chiuso l’anno in recupero a quota 40 miliardi, sui livelli del 2016, dopo essere precipitato a metà 2020 a livello globale a soli 18 miliardi di dollari di transazioni su quote di fondi di private equity o su pezzi di portafogli di fondi dai circa 42 miliardi di dollari del primo semestre 2019 (si veda qui il comunicato stampa sul report semestrale dell’advisor Greenhill e qui articolo di Secondaries Investor sul report dell’advisor Evercore). Quest’anno però le cose dovrebbero andare in modo molto diverso e il mercato potrebbe addirittura più che raddoppiare gli investimenti e sfondare il record degli 88 miliardi del 2019 (si veda grafico in pagina).
Lo ha affermato nei giorni scorsi Philippe Patschkowski, managing director di Neuberger Berman, intervenendo a Solving, il forum sulle prospettive sui mercati delle varie asset class, private e non, organizzato all’inizio di ogni anno dal gestore statunitense, tra i principali investitori in private e alternative asset con 85 miliardi di dollari complessivi a fine 2020.
Un trend, questo, che era già stato previsto nell’aprile 2020 nel suo commento per BeBeez da Christian Böhler e Christiaan Van der Kam di Unigestion (si veda altro articolo di BeBeez) e nel marzo 2020 in un’intervista a BeBeez da Julien Gervaz, ceo di Palico, nota piattaforma fintech dedicata al trading di quote di fondi di private equity sul secondario (si veda altro articolo di BeBeez).
Il crollo del mercato nella prima parte dell’anno è ovviamente da ascriversi all’incertezza generata dal dilagare del Covid 19 a partire dalla primavera del 2020, che bloccando l’attività in tanti settori, soprattutto quelli basati sulla mobilità delle persone, ha fatto scendere una fitta nebbia sulla futura redditività di tante delle aziende in portafoglio a molti investitori. Tuttavia, poi, già nel secondo semestre 2020 il mercato primario del private equity si è ripreso, tanto che l’anno in Europa si è chiuso con investimenti per un totale di poco meno di 450 miliardi di euro, registrando un calo inferiore al 3% rispetto al 2019, secondo PitchBook (si veda altro articolo di BeBeez). E poi l’inizio delle campagne vaccinali in tutto il mondo poco prima di Natale sta facendo il resto, tanto che gli stessi economisti di Neuberger prevedono un ritorno a una situazione quasi normale per la seconda metà di quest’anno.
Al tempo stesso, diversi altri fattori stanno determinando un aumento dell’attività sul mercato secondario. Anzitutto è molto aumentata la disponibilità di credito grazie alle continue iniezioni di liquidità da parte delle principali banche centrali, con conseguente permanenza dei tassi a livelli molto ridotti.
In secondo luogo, proprio l’inchiodata dei volumi vista l’anno scorso ha aumentato l’età media degli asset in portafoglio ai fondi che investono sul mercato primario. “Questo ha impresso una notevole accelerazione alle operazioni cosiddette GP-led”, ha detto ancora Patschkowski. Queste ultime sono le operazioni generate da esigenze di gestione del portafoglio dei GPs (General Partners, cioé i manager dei fondi), come il portfolio restructuring o refinancing, che sorgono quando i fondi private equity hanno aziende in portafoglio da diversi anni. In sostanza, infatti, le operazioni GP-led sono una soluzione utilizzata dai gestori di fondi per ridare liquidità ai loro investitori (cioé i Limited Partners o LPs), senza dover ridurre nel contempo i loro asset in gestione. In questi deal, infatti, i gestori che hanno nei loro portafogli di fondi ormai vicini alla scadenza delle aziende che ritengono ancora interessanti e che per questo non vogliono cedere a un altro fondo, decidono di portare a bordo investitori di mercato secondario che vadano a finanziare il riacquisto di queste partecipazioni, che vengono così trasferite dal vecchio fondo a un nuovo veicolo di investimento strutturato dallo stesso asset manager e con il quale ha raccolto gli impegni dei nuovi investitori, in particolare appunto investitori di secondario (sul tema si veda qui un’interessante paper di W Capital Partners). Un’operazione simile è appena stata condotta di recente sull’italiana Teamsystem da Hellmann&Friedman (si veda altro articolo di BeBeez)
C’è poi ovviamente sempre il fatto che molti asset manager investitori nei fondi di private equity spesso fondi pensione, casse professionali e fondazioni, stanno riallocando le esposizioni dei loro portafogli o per scelta strategica o perché hanno bisogno di liquidità a causa degli effetti economici della pandemia. D’altra parte, la stessa congiuntura economica che ha molto penalizzato le valutazioni aziendali nella prima metà del 2020 e quindi anche le valutazioni dei portafogli dei fondi, ora a livello globale è alla vigilia di un’inversione del trend, sebbene in presenza di rendimenti ancora molto bassi degli asset quotati. Per questo molti LPs stanno aumentando l’allocazione ai private market. “Di sicuro il mercato deli secondario è una delle opportunità più interessanti dei prossimi mesi, ha concluso Patschkowski.