La biotech Philogen, specializzata nello sviluppo di biofarmaci per i disturbi legati all’angiogenesi, come il cancro e l’artrite reumatoide, si quoterà sul segmento MTA di Borsa Italiana con una forchetta di prezzo di 15-18 euro per azione, per una capitalizzazione di 609-731 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Philogen aveva ripreso a lavorare all’ipotesi di ipo nel novembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver studiato la quotazione in Borsa nel 2008 e poi nel 2011 (si veda qui il prospetto informativo del 2011), ma in entrambi i casi si era poi ritirata.
Questa, pare invece essere la volta buona. L’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico della società, ante aumento di capitale, è compreso tra circa 548,3 milioni e circa 657,9 milioni. L’offerta riguarderà circa 4 milioni di azioni, pari al 10% del numero totale di azioni risultante per effetto dell’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale.
Nell’ambito dell’attuale offerta, Goldman Sachs International e Mediobanca agiscono in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner, mentre Stifel Europe Bank gisce in qualità di co-bookrunner. Mediobanca agisce altresì in qualità di sponsor per l’ammissione a quotazione delle azioni sul MTA. White & Case è il consulente legale di Philogen, mentre Linklaters svolge il ruolo di consulente legale dei joint global coordinator e joint bookrunner e del co-bookrunner. La società incaricata della revisione legale dei conti di Philogen è KPMG.
Nel maggio 2019 Philogen aveva annunciato un aumento di capitale da
62 milioni di euro sottoscritto da nuovi e precedenti investitori (si veda
altro articolo di BeBeez). In quell’occasione era entrato nel capitale, con una quota del 18%, anche
The Equity Club, il club deal promosso da Mediobanca e guidato da
Roberto Ferraresi, ex partner di PAI Partners.
Philogen è stata fondata nel 1996 dalla famiglia Neri, che oggi la controlla al 46% tramite la holding Nerbio. Il 36% del capitale è nelle mani di Sergio Dompé, numero uno dell’omonima multinazionale biofarmaceutica italiana fondata nel 1940 a Milano e che è anche investitore di The Equity Club. I fratelli Neri sono nipoti dell’industriale farmaceutico Achille Sclavo. Quest’ultimo è il fondatore dell’azienda farmaceutica senese Sclavo, poi diventata Sclavo-Biocine e passata sotto il controllo di Guelfo Marcucci, l’imprenditore fiorentino fondatore negli anni ’80 di Video Music. Sclavo-Biocine è stata poi ceduta negli anni ’90 a Novartis. Dario Neri, in particolare, è direttore scientifico dell’azienda, professore di biomacromolecole al dipartimento di chimica applicata dell’Eth, il Politecnico Federale di Zurigo.
Il portafoglio prodotti di Philogen è composto da: prodotti terapeutici a base di anticorpi e piccole molecole organiche che si trovano in vari stadi di sviluppo clinico; vari programmi preclinici che sono fondamentali per un’innovazione continua dell’azienda nel futuro. Il Gruppo ha una pipeline diversificata di prodotti farmaceutici, che comprende prodotti proprietari – alcuni dei quali in fase avanzata di sperimentazione clinica (fase III) – e prodotti sviluppati in collaborazione con grandi aziende farmaceutiche. I 2 prodotti candidati proprietari della biotech più avanzati sono Nidlegy™ e Fibromun, entrambi in fase III di sperimentazione clinica. Philogen ha chiuso il 2018 con ricavi per 11,96 milioni di euro, un ebitda negativo di 3,79 milioni e una liquidità netta di 2,36 milioni (si veda
qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).