L‘asta per il 100% del capitale di IP Cleaning, aperta dall’advisor Lazard lo scorso marzo, sta finalmente arrivando al dunque. Secondo quanto riferito oggi da MF-Milano Finanza, infatti, hanno passato la prima fase di selezione delle offerte non vincolanti un fondo di private equity e un soggetto industriale, entrambi interessati all’intero gruppo di Portogruaro (Venezia), che produce macchinari per la pulizia sia per il segmento professionale sia per il segmento consumer. Mentre altri due soggetti industriali stanno esaminando gli asset in ottica di breakup, con uno interessato alla divisione idropulitrici e l’altro a quella delle spazzatrici.
IP Cleaning ha chiuso il 2012 con un fatturato 179,8 milioni (da 188,2 milioni del 2011) con un ebitda di 28,5 milioni (identico al 2011) e un debito finanziario netto di 103,4 milioni (da 113,1 milioni). Sempre secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, il 2013 dovrebbe chiudere con fatturato ed ebitda in linea con quelli dell’anno scorso e con un debito netto in leggero calo. Nel caso in cui a comprare fosse un private equity, è ragionevole immaginare che la leva della società resti la stessa e che semplicemente alle banche creditrici venga chiesto di confermare le linee in essere, anche perché con gli attuali chiari di luna, difficilmente una nuova operazione su una società simile potrebbe essere finanziata con una leva superiore. Anzi.
Il gruppo fa oggi capo per il 97,13% ai fondi di Synergo sgr, a seguito dell’acquisizione da parte di quest’ultima di MCC Sofipa sgr da Unicredit e del subentro della stessa Synergo sgr nella gestione dei fondi gestiti da BS Private Equity sgr. Nel maggio 2005, infatti, Interpump Group aveva ceduto il controllo di IP Cleaning ai fondi gestiti da BS Private Equity sgr (47,1%) e MCC Sofipa sgr (33,9%) e al nuovo management (1,77%), restando con una quota del 17,3%. Successivamente Interpump è uscita dall’azionariato e i due fondi ne hanno rilevato proporzionalmente le quote. Nel 2004 il gruppo IP Cleaning aveva chiuso l’anno con un fatturato di 263,5 milioni, un ebitda di 30,9 milioni e un debito finanziario netto di 153,8 milioni. L’operazione era stata condotta sulla base di una valutazione del gruppo di 220 milioni, debito compreso.