Il fondo Hutton Collins investe 50 milioni nei software della fiorentina Dedalus, permettendo a Imi Fondi Chiusi sgr e ai soci di minoranza di uscire dall’investimento e nel contempo dotando la società di circa 25 milioni di euro di nuova finanza per supportare lo sviluppo al fianco degli altri azionisti forti Health Holding Company e il fondo Mandarin Capital Management (nel capitale dal 2010). Hutton Collins ha investito sia in capitale sia nella forma di finanziamento soci.
A seguito dell’operazione di Hutton, supportato nell’origination e nell’implementazione del deal dall’advisor DVR Capital, la struttura societaria del gruppo specializzato in soluzioni tecnologiche e sistemi informativi per il settore clinico-sanitario per soggetti pubblici e privati si è modificata radicalmente. Nel dettaglio, inizialmente il capitale di Dedalus era controllato da Health Holding Company, società attiva nel settore medicale, con il 41,6%; da Mandarin con il 19,2%; da Imi Fondi Chiusi sgr con il 19,3%; da Alea srl con il 7,6%; da Eim srl con il 7,8%; e da altri azionisti minori (tra cui il fondo Toscana Venture di Sici sgr). Mandarin, inoltre, deteneva delle obbigazioni convertibili a scadenza dicembre 2015 che rappresentavano circa il 9,2% del capitale.
Dato che Imi Fondi Chiusi (che era entrato nel capitale insieme a Sici sgr nel 2008, si veda qui il comunicato stampa di allora), Alea, Eim e gli azionisti minori intendevano vendere le loro quote, gli altri azionisti, ai quali si è affiancato Hutton Collins, hanno costituito la newco Dedalus holding spa, alla quale ciascuno ha apportato le proprie partecipazioni in Dedalus, dopodiché la newco ha acquisito il 100% di Dedalus spa. Al termine dell’operazione Health Holding controlla oltre il 50% del capitale, Mandarin poco meno del 36%, mentre Hutton Collins (tramite HC Leo sa) detiene il restante 14%.
Advisor legale di Health Holding e di Mandarin è stato lo studio Eversheds Bianchini, mentre Hutton Collins è stato assistito da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners e, per gli aspetti fiscali in Italia e quelli legali e fiscali in Lussemburgo, da Clifford Chance.
Dedalus, che ha chiuso il bilancio consolidato 2012 con 63,3 milioni di euro di fatturato e 17,4 milioni di ebitda, negli ultimi anni ha aggregato oltre 30 aziende in Italia e nel mondo, espandendosi in Cina, Sud Africa, Romania, Spagna e America Latina, con attività che inizieranno a breve anche in Egitto e Arabia Saudita. Al termine dell’operazione Dedalus avrà a disposizione circa 25 milioni di capitale freschi per procedere nel processo di internazionalizzazione. Il budget per il 2013 prevedeva ricavi per 73 milioni e un ebitda di 18,2 milioni (Giorgio Moretti nei giorni scorsi ha dichiarato al Sole 24 Ore che il fatturato è stato di circa 70 milioni e l’ebitda di circa 17 milioni) mentre il piano industriale prevede che nel 2017 il fatturato sia salito a 8,7 milioni e l’ebitda a 25,2 milioni.