Rotthapharm capitalizzerà tra 1,45 e 1,8 miliardi di euro. La valutazione è indicata nel comunicato diffuso ieri in serata dal gruppo farmaceutico che si appresta allo sbarco a Piazza Affari, a seguito del via libera di Consob alla pubblicazione del prospetto informativo sempre ieri e dell’ok di Borsa italiana all’ammissione alla quotazione (scarica qui il comunicato). Il prezzo di offerta sarà fissato entro una forchetta che va da un minimo di 7,25 euro a un massimo di 9 euro per azione. L’offerta pubblica si compone di un’offerta istituzionale, che inizia oggi, e di un’offerta pubblica, che inizierà domani. Entrambe le offerte termineranno il 10 luglio, mentre il pagamento delle azioni assegnate è previsto entro il 16 luglio.
Come indicato nel prospetto informativo (scarica qui il prospetto), le azioni in offerta deriveranno soltanto dalla vendita di titoli da parte dell’attuale azionista unico Fidim srl di Luca e Lucio Rovati e i proventi dell’ipo saranno utilizzati da Fidim per rimborsare un debito verso Rottapharm di 254 milioni di euro. Questa liquidità sarà utilizzata poi da Rottpharm per rimborsare in anticipo una serie di contratti di finanziamento bancari per 130 milioni complessivi oltre che finanziamenti a breve termine per anticipi export e gli scoperti di conto corrente per altri 36 milioni.
Nel dettaglio, l’offerta pubblica riguarderà 50 milioni di azioni pari al 25% del capitale, di cui 47,5 milioni destinate agli istituzionali e 2,5 milioni al pubblico, e includerà una facoltà di incremento di ulteriori 10 milioni di azioni pari al 20% dell’offerta globale da destinarsi esclusivamente agli investitori istituzionali. L’offerta prevede anche la possibilità per i coordinatori dell’offerta di esercitare un’opzione di sovrallocazione e un’opzione greenshoe, entrambe per un massimo compreso tra 7,5 e 9 milioni di azioni pari al 15% dell’offerta globale. In caso di integrale sottoscrizione delle azioni oggetto dell’offerta, Fidim resterà azionista di Rottapharm con una quota del 75 % del capitale sociale nel caso in cui né l’opzione di sovrallocazione né la green show vengano esercitate; con una quota del 71,25% a seguito dell’eventuale esercizio dell’opzione greenshoe; con il 65,5% a seguito dell’eventuale esercizio integrale anche della facoltà di Incremento.
Si completa quindi finalmente un percorso iniziato oltre un paio di anni fa, quando il fondatore Luigi Rovati aveva prima intessuto trattative serrate con i fondi di private equity Clessidra e Avista e poi aveva accarezzato l’ipotesi di ipo, per arrivare infine ad archivare il tutto e a rifinanziare l’intero debito finanziario con l’emissione di un bond da 400 milioni di euro. ll gruppo di Monza è stato fondato da Luigi Rovati nel 1961 e poi integrato nel 2007 con la tedesca Madaus Pharma.
Il gruppo produce farmaci da prescrizione e da banco nelle aree di reumatologia, ginecologia, in quella gastrointestinale e in cardiologia, prodotti per la cura della persona (per esempio, Saugella e Babygella) e integratori. Ha chiuso il 2013 con 536 milioni di ricavi e un ebitda di 130,2 milioni, lontano quindi dai 160 milioni ipotizzati dal mercato un paio di mesi fa in occasione del deposito della domanda di ammissione alla quotazione a Borsa Italiana (si veda altro articolo di BeBeez), a fronte di un debito finanziario netto di 250 milioni (salito a 260 milioni alla fine dello scorso marzo), compresa l’esposizione nei confronti di Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Ubi Banca e Cassa Depositi e Prestiti.