Si è conclusa ieri la storia di Screen Service Broadcasting Technologies spa, la società produttrice di apparati e servizi per la radiotrasmissione del segnale televisivo digitale e network operator quotata a Piazza Affari dal 2007 e controllata al 30,18% tramite Screen Group (in liquidazione dallo scorso 18 luglio) dal fondo di Opera sgr, come eredità del portafoglio dei fondi di Cape Natixis passato negli anni scorsi sotto la gestione di Opera.
Il 2 settembre, infatti, l’assemblea straordinaria di Screen Service ha deliberato la liquidazione della società (scarica qui il comunicato stampa), dopo aver ritirato lo scorso maggio la domanda di ristrutturazione dei debiti in base all’art. 182 bis della Legge fallimentare presentata presso il Tribunale di Brescia nel novembre 2013 e alla quale aveva fatto seguito il deposito degli accordi con le banche creditrici lo scorso marzo (si veda altro articolo di BeBeez). Liquidatore unico è stato nominato il presidente Angelo Rodolfi.
Sempre il 2 settembre l’assemblea in sede ordinaria ha approvato il bilancio dell’esercizio 2012-2013 (chiuso al 30 settembre) con ricavi consolidati di 20,1 milioni di euro (dai 46,4 milioni del 30 settembre 2012), un ebitda negativo di 18,7 milioni (da -2,1 milioni) e una perdita di 88,9 milioni, dopo la contabilizzazione di svalutazioni per 71,7 milioni. Il tutto a fronte di un debito finanziario netto di 32,1 milioni (da 25,9 milioni) e di un patrimonio netto negativo per 22,9 milioni.
La storia degli ultimi mesi di Screen Service è dettagliatamente esposta nell’ultima nota mensile richiesta da Consob alle società quotate in crisi (scarica qui il comunicato stampa).
In particolare, si ricorda che contestualmente al deposito in Tribunale della dichiarazione di rinuncia di procedura di ristrutturazione dei debiti, il Cdsa della società aveva dato mandato a Rodolfi per la rivisitazione del piano industriale e della connessa manovra finanziaria e per la rivisitazione del processo di ristrutturazione in corso, inclusa la rinuncia alla domanda di omologazione dell’accordo di ristrutturazione ex art. 182-bis e l’elaborazione e attuazione di un percorso alternativo di ristrutturazione, compresa la procedura di concordato preventivo. Lo scorso 30 luglio la società ha ricevuto, da parte delle banche (Bnl, Unicredit, Intesa Sanpaolo e Creval), comunicazione e della risoluzione della convenzione di ristrutturazione firmata lo scorso marzo.
Intanto il 18 luglio il Tribunale di Brescia ha ammesso Tivuitalia spa, società controllata al 100% da Screen Service, alla procedura di concordato preventivo sulla base dell’art. 160 della Legge Fallimentare. Tivuitalia ha proposto un concordato caratterizzato da una continuità cosiddetta ” indiretta garantita” da un soggetto terzo che ha presentato un’offerta d’acquisto la cui efficacia è subordinata all’autorizzazione del Tribunale. L’offerta del terzo, (recentemente prorogata fino al 12 settembre) prevede l’impegno a stipulare un contratto di gestione temporanea del ramo aziendale e un contestuale contratto preliminare di acquisto del medesimo ramo per il prezzo di 4,5 milioni.