Sale nei toni lo scontro in atto ormai da mesi tra Vincenzo Onorato, l’armatore che controlla Moby, e Claudio Sposito, alla guida di Clessidra sgr, sul tema della gestione dell’investimento comune in Cin-Tirrenia (si veda altro articolo di BeBeez)
In una pagina pubblicitaria a pagamento su alcuni quotidiani martedì 30 settembre Onorato ha accusato il socio Clessidra spiegando che “gli accordi sottoscritti con il sorriso furono disattesi dopo pochissime settimane di lavoro. L’amministratore delegato di Tirrenia si schierò immediatamente con il socio finanziario e la Tirrenia in breve divenne il peggior nemico di Moby”. Onorato ha aggiunto che “lo svantaggio per tutti si concretizzò in pochi mesi e io non ho avuto alternativa per difendere il progetto che di portare Clessidra in giudizio arbitrale”, dal momento che “ogni tentativo di dialogo e di intesa con Clessidra è caduta nel vuoto. Ogni soluzione prospettata, anche finanziaria, è stata rifiutata”.
Sempre martedì con una nota stampa di Clessidra sgr, Sposito ha risposto per le rime, rilevando “la totale infondatezza di alcune affermazioni” contenute nelle inserzioni. Innanzitutto “il giudizio arbitrale cui il dott. Onorato fa riferimento è stato promosso in data 21/5/2014 da Clessidra sgr (e/o da società’ partecipate dal fondo Clessidra Capital Partners) per tutelare i diritti del fondo, e non già dal dott. Onorato (o società allo stesso riferibili) come si afferma nell’inserzione”.
Inoltre “la mancata attuazione della unione’ossia della fusione tra Moby e Tirrenia non è certo imputabile a Clessidra sgr, come insinuato dal dott. Onorato, ma dipende dal provvedimento del 18-23 settembre 2013 dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con il quale l’Autorità ha stabilito che ‘atteso che Compagnia Italiana di Navigazione opera in regime convenzionale di servizi di collegamento dell’Italia peninsulare con le isole maggiori e le Tremiti, e che Moby offre servizi di trasporto marittimo in condizioni di concorrenza, tali attività dovranno essere esercitate in regime di separazione societaria’. Proprio per tale ragione abbiamo dovuto più volte ricordare al dott. Onorato che le sinergie di cui quest’ultimo lamenta la mancata attuazione devono essere in linea con tale principio e non devono pertanto essere a senso unico, ossia tradursi in un vantaggio per una compagnia ai danni dell’altra”.
Clessidra afferma poi che “non vi è mai stato alcuno schieramento dell’amministratore delegato di Tirrenia, fra l’altro scelto su
indicazione del dott. Onorato, con il socio finanziario ma solo una dovuta tutela dell’interesse societario”. Inoltre “il dott. Onorato non è mai stato in grado di proporre alcuna concreta e attuabile soluzione finanziaria compatibile con gli accordi in essere”.
Infine, si legge nella nota, “Clessidra rispetta gli accordi conclusi i quali prevedono, proprio per l’ipotesi di mancata attuazione della fusione tra Moby e Tirrenia, le condizioni alle quali può avvenire la liquidazione nel tempo dell’investimento in Tirrenia, per massimizzare il valore nell’interesse di tutti i soci”.
Per questo Clessidra “si riserva di rispondere alle gravissime e infondate affermazioni di Onorato nella sede appropriata e nei procedimenti già in corso”.
Da mesi i due contendenti sono infatti finiti davanti al collegio arbitrale per le opzioni di vendita e acquisto sulla quota (35%) detenuta da Clessidra in Cin-Tirrenia, della quale Onorato detiene il 40% tramite Moby. E nel frattempo è saltata definitivamente anche la trattativa imbastita nei mesi scorsi tra Onorato e Clessidra per l’acquisto da parte dell’armatore partenopeo delle partecipazioni detenute dal fondo in Moby (32%) e, appunto, in Cin-Tirrenia (35%) (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza, Onorato si era rivolto a Unicredit e Intesa Sanpaolo per ottenere supporto finanziario per acquistare le due quote a un prezzo rispettivamente di 28 e 22 milioni. I due istituti di credito avevano dato l’ok alle linee di credito a favore dell’imprenditore ma ora, con lo stop alle trattative, i fondi sono stati congelati.