Diventa più caldo il dossier per la cessione di Farmafactoring. la banca italiana leader nel mercato dei crediti sanitari, che opera nella gestione e nello smobilizzo del credito verso le Aziende Sanitarie Locali, degli ospedali e della Pubblica Amministrazione, controllata dal 2006 al 92% da Apax Partners tramite FF Holding e partecipata, tra gli altri, anche da Bracco, Mediolanum Farmaceutici, Merck Serono Molteni.
Dopo indiscrezioni che si rincorrono da mesi, Apax ha infatti conferito mandato a Morgan Stanley perché ragioni sulla classica opzione cosiddetta di “dual track” ossia la quotazione in Borsa oppure la cessione a terzi. Morgan Stanley è lo stesso advisor che Apax ha utilizzato lo scorso giugno come sole underwriter a lead manager dell’emissione di 300 milioni di euro di bond di Farmafactoring (si veda altro articolo di BeBeez).
Se l’opzione Borsa divenisse la strada più concreta da percorrere, sono già pronte le banche che potrebbero assistere Farmafactoring nel ruolo di global coordinator, tra queste, oltre alla stessa Morgan Stanley, si fa il nome di Mediobanca, Bnp Paribas, Credit Suisse e Deutsche Bank.
Interessati a subentrare ad Apax nel capitale di Farmafactoring, però, ci sono parecchi fondi: si fanno i nomi di Backstone, Cinven, CVC e Permira.
Intanto proprio ieri si è avuta notizia di un nuovo finanziamento in pool da 110 milioni di euro che Farmafactoring, assistita nell’operazione dallo studio legale Santa Maria. Banca Imi, assistita dallo studio legale Nctm, ha agito in qualità di coordinator e bookrunner del pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo, Bayerische Landesbank, Banca Carige e Credito Valtellinese.
Banca Farmafactoring vanta uno dei bilanci più solidi nel settore creditizio, con un core tier 1 a giugno 2014 del 21%. Nel 2013 l’utile netto è stato di 48,9 milioni di euro a fronte di volumi complessivi realizzati pari a 4,54 miliardi e un ROE del 26,3%.