Sono attese per metà dicembre le offerte vincolanti per le torri di trasmissione di WInd. Nei giorni scorsi, infatti, gli advisor Banca Imi e Hsbc hanno selezionato le offerte non vincolanti arrivate sul tavolo, tutte per un valore compreso tra i 500 e i 600 milioni di euro,
Le offerte che hanno passato la prima selezione sono quella del fondo F2i in cordata con il fondo Usa Providence, quella di Ei Towers (Gruppo Mediaset), del gruppo tlc Usa American Towers e della spagnola Abertis. Non solo. A margine della cerimonia di quotazione a Piazza Affari , ieri l’amministratore delegato di RayWay, Camillo Rossotto, ha detto che “sulla gara per le torri Wind si va avanti e siamo parte del processo in maniera attiva”.
Tra gli altri interessati alle torri si erano fatti i nomi del gruppo industriale Crown Castle (Usa) e dei fondi infrastrutturali Macquarie, Babcock, Antin, Permian, Cvc e Apax.
Tutti soggetti di cui l’interesse era peraltro noto già dalla scorsa primavera, quando il gruppo tlc controllato dalla russa Vimpelcom (che a sua sua volta fa capo alla Altimo dell’oligarca Mikhail Fridman e alla norvegese Telenor). aveva presentato ai finanziatori senior il suo piano di alleggerimento della struttura finanziaria che prevedeva l’iniezione di 500 milioni di nuovo cash e il rifinanziamento di parte del debito per 800 milioni (scarica qui la presentazione ai finanziatori, si veda pag. 22),
In quell’occasione, infatti, il management di Wind aveva assicurato che sarebbero state «esplorate e selezionate cessioni di torri per accelerare il processo di riduzione dell’indebitamento» e che quanto incassato da queste dismissioni sarebbe potuto essere utilizzato per rimborsare ulteriormente il debito.
Wind ha messo in vendita una quota pari al 50% delle torri, sulle complessive 13 mila che la società detiene. L’obiettivo è quello di generare un margine operativo lordo vicino ai 50 milioni per chi compra, mentre Wind riafitterebbe le torri.
Nella presentazione ai finanziatori WInd precisava che i multipli di mercato relativi al business delle soli torri sono nell’ordine delle 10-15 volte l’ebitda contro la media di 6 volte l’ebitda del business tlc nel suo complesso. Per un’operazione il cui perimetro avesse previsto la cessione di 5-7 mila torri, WInd calcolava un enterprise value di 350-550 milioni di euro, con WInd che avrebbe mantenuto una quota del 10-15% nelle torri cedute e quindi con una stima di equity incassato compreso tra i 300 e i 500 milioni.
In realtà nei giorni scorsi si sono diffuse voci circa la possibilità che Wind voglia aumentare il numero delle torri in vendita sino a un enterprise value del pacchetto sul tavolo compreso tra i 700 milioni e un miliardo di euro. Una cifra, questa, che corrisponderebbe quindi a quasi tutte le torri Wind.