Stroili Oro non passerà di mano, almeno per ora. Secondo quanto riferito dal Messaggero Veneto nei giorni scorsi, infatti, la catena di gioiellerie “accessibili”che Investindustrial controlla al 65% affiancato da Intesa Sanpaolo, 21 Investimenti, Wise sgr, Ergon Capital, il finanziere Francesco Micheli e la famiglia De Nora, resterà ancora per qualche tempo con l’attuale assetto azionario, perché è sfumata all’ultimo momento la cessione al fondo Emerisque, lo stesso fondo che nel 2013 aveva acquisito da Valentino Fashion Group i marchi Mcs, Marina Yacting e Henry Cotton’s (si veda qui l’articolo del Messaggero Veneto).
Un appunto a parte va fatto per la partecipazione di Intesa Sanpaolo, che invece è stata inserita tra quelle che verranno cedute a NB Reinassance Partners, il nuovo veicolo che nascerà dallo spinoff delle attività di Intesa nel settore e dall’alleanza con l’asset manager newyorkese Neuberger Berman (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso novembre, infatti, Emerisque, fondato dall’indiano Ajay Khaitan, aveva spuntato un’esclusiva, mettendo così alla finestra il fondo Clessidra e i russi di Vtb, che sino a quel momento erano rimasti in pista. Le trattative avevano però poi subito un rallentamento in attesa di vedere come sarebbe andata la campagna vendite natalizia ( si veda altro articolo di BeBeez).
Stroili, con sede ad Amaro (in provincia di Udine), aveva chiuso il 2013 con 210 milioni di euro di fatturato e 30 milioni di ebitda e l’amministratore delegato Maurizio Merenda aveva dichiarato alla stampa l’anno scorso che puntava a 240 milioni a fine 2014. Secondo il Messaggero Veneto, l’offerta di Emerisque era arrivata a 270 milioni, compreso il debito di 80 milioni nei confronti di Natixis e Banca Imi. Ma evidentemente il prezzo non ha soddisfatto i venditori che alla fine hanno deciso di sospendere l’operazione e proseguire con i progetti di sviluppo del business all’estero.