Crollano i ricavi delle investment bank derivanti dall’attività di investimento degli investitori finanziari e dei fondi. Dealogic ha calcolato che nei primi sei mesi del 2015 le commissioni sono scese del 28% a 7,1 miliardi di dollari (il livello più basso dal primo semestre 2012) dai 9,8 miliardi del primo semestre 2014, per una quota del 18% del totale delle commissioni da investment banking. Si tratta della percentuale più bassa dal primo semestre 2010 (quando era stata del 15%).
Il contributo degli Usa resta sempre quello più importante, ma in valore assoluto le fee sono crollate del 30% a 4,4 miliardi di dollari dai 6,3 miliardi dei primi seimesi dell’anno scorso. Si tratta del calo più significativo registrato dopo quelli dei primi sei mesi del 2009 (-47%).
Male gli incassi anche in Asia con 433 milioni di dollari di fee originate da operazioni degli investitori finanziari, il livello più basso dal primo semestre 2012 (346 milioni) e in calo del 13% dai 500 milioni del 2014.
Infine l’area EMEA ha totalizzato commissioni per 2,1 miliardi di dollari, in calo dai 2,8 miliardi del 2014, registrando un crollo di ben il 68%, il calo più marcato dal 2012 (-50%).
Le operazioni di m&a hanno contribuito al totale delle fee per 2 miliardi di dollari, inlinea con il 2014, ma questo totale nasconde una situazione molto diversa a livello geografico. I ricavi negli Usa, infatti, sono scesi del 9% a 1,2 miliardi di dollari, mentre in Europa si è registrato un incremento record delle fee del 28% a quota 602 milioni.
I ricavi da ipo, invece, sono scesi nel complesso a 930 milioni da 1,8 miliardi del primo semestre 2014. Quanto ai ricavi per operazioni sul mercato del debito, questi sono scesi del 28% a 963 milioni, mentre quelli relativi a operazioni di prestito sindacati sono scesi a 2,1 miliardi, il minimo da 5 anni (erano stati 1,5 miliardi nel 2010)
JPMorgan è la banca d’affari che ha incassato più fee dagli investitori finanziari in questi sei mesi con 662 milioni di dollari, pari al 9,4% del totale, seguita da Goldman Sachs (694 milioni) e Credit Suisse (508 milioni).
A contribuire di più alle fee delle banche d’affari è stato Blackstone (289 milioni), seguito da Bain Capital (274 milioni) e Tpg (255 milioni).