C’è sul tavolo un’offerta di Apollo Management non sollecitata e non vincolante per rilevare il controllo di Banca Carige. Dopo le indiscrezioni di stampa che si sono susseguite nel corso del weekend pasquale, ieri è arrivata la conferma ufficiale dal gruppo bancario ligure con un comunicato, che spiega che di aver ricevuto, due successive lettere da Apollo per rilevare il portafoglio dei crediti in sofferenza (circa 3,5 miliardi lordi), compensandone gli effetti sul bilancio dell’istituto ligure con un aumento di capitale riservato da 500 milioni (oltre una quota da 50 milioni offerta in opzione agli attuali soci), che darebbe al fondo Usa la maggioranza assoluta.
Nel dettaglio, con la prima lettera, datata 10 febbraio 2016, il fondo ha presentato una proposta per formulare un’offerta vincolante di acquisto del portafoglio di crediti in sofferenza del gruppo, compensandone gli effetti con un aumento di capitale da 625 milioni (interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo), riservato a fondi riferibili ad Apollo per 525 milioni e offerto in opzione per i restanti 100 milioni agli attuali azionisti.
Con la seconda lettera, arrivata sul tavolo del Cda nella serata del 23 marzo, sempre a fronte dell’acquisto dei crediti in sofferenza, il fondo ha rivisto la proposta al ribasso, prevedendo un aumento di capitale di 550 milioni (interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo), riservato a fondi riferibili ad Apollo per 500 milioni e offerto in opzione per i restanti 50 milioni agli attuali azionisti, Contemporaneamente sarebbero però state riviste anche le condizioni sospensive della proposta in senso più favorevole agli attuali azionisti. Ma questo non è scritto nella nota, così come non è scritto a quale valore sarebbero acquistati i 3,5 miliardi di Npl lordi oggi sul bilancio della banca. Secondo quanto riferito da Reuters, il fondo Usa sarebbe disposto a pagare 695 milioni per gli Npl, un prezzo pari al 20% circa del valore nominale. Questo implica un’ulteriore svalutazione a bilancio per la banca di circa 700 milioni di euro che verrebbero compensati per la maggior parte dall’aumento di capitale offerto da Apollo.
La nota precisa inoltre che, “in ragione della imminente scadenza dalla carica dell’attuale Consiglio di Amministrazione della Banca, ogni valutazione e determinazione in ordine alla nuova formulazione della proposta non vincolante di Apollo pervenuta il 23 marzo u.s. sarà, come peraltro espressamente auspicato dal medesimo fondo, di competenza del nuovo organo amministrativo che si insedierà a valle dell’Assemblea convocata per il prossimo 31 marzo”.
Il nuovo Cda vedrà una folta rappresentanza della lista presentata da Vittorio Malacalza, primo azionista con il 17,58% tramite Malacalza Investimenti, che indicherà anche presidente (Giuseppe Tesauro) e amministratore delegato (Guido Bastinini). Malacalza ha stretto con la Fondazione Carige un patto sul 19,5% del capitale. Ovviamente, l’eventuale ingresso di Apollo con un aumento riservato determinerebbe una forte diluizione della quota detenuta da Malacalza. Tuttavia la vicenda è sotto stretta osservazione da parte della Banca Centrale Europea, che avrebbe imposto al board di esaminare la proposta che eliminerebbe alla radice i problemi di Carige.
Apollo conosce molto bene gli ambienti della banca ligure, visto che nell’ottobre 2014 ne ha comprato le compagnie assicurative Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, e che era arrivata in trattative esclusive per rilevare anche la società di credito al consumo Creditis Servizi Finanziari (l’operazione però era stata poi sospesa).
MF Milano Finanza oggi riferisce che gli esperti di Banca Akros (buy e target price a 1,60 euro confermati sul titolo) non si aspettano che il nuovo cda accetti l’offerta di Apollo, in quanto altamente diluitiva e ritengono che Malacalza cercherà subito un’opzione alternativa come un’aggregazione con un altra banca.
Secondo Equita (hold e target price a 0,95 euro) il disegno di Apollo è chiaro: comprare a saldo i non performing loan e avere una banca senza problemi di qualità dell’attivo in modo che sia relativamente semplice venderla, forse a Ubi o alla Bper. Un giudizio condiviso anche da altri operatori di mercato, secondo cui l’offerta di Apollo non sarebbe così generosa nei confronti degli azionisti di Carige.
Malacalza, ad esempio potrebbe contabilizzare una perdita compresa tra 200 e 160 milioni, e il nuovo board potrebbe pertanto tentare di vendere le sofferenze (cercando di spuntare un prezzo migliore) e poi traghettare la banca al matrimonio con un altro istituto, senza passare per l’operazione ponte di Apollo.
Intanto ieri il titolo di Banca Carige ha volato a Piazza Affar, chiudendo la seduta in rialzo del 4,8% a 0,6 euro, dopo una fiammata iniziale con un massimo intraday a 0,637. Forti i volumi: sono passati di mano oltre 26 milioni di titoli, pari al 3,1% del capitale.