E’ finalmente in partenza il processo di vendita di Sisal, a un anno dal primo accenno all’operazione scritto nel bilancio consolidato 2014 (si veda altro articolo di BeBeez), dove si leggeva:“Sul fronte infine societario e di assetto finanziario, il gruppo continuerà a perseguire tutte le opzioni possibili che consentano di realizzare operazioni di successo che ne rispecchino il reale valore e assicurino lo sviluppo e le prospettive di crescita delle attività aziendali”. Una frase sibillina, ma poteva essere interpretata nel senso che gli azionisti intendevano valutare ogni opportunità che si presentasse per passare il testimone a chi (mercato, altri fondi o soggetti industriali) avesse intenzione di investire nel gruppo specializzato in giochi e lotterie per fargli fare un ulteriore salto dimensionale.
Lo scorso luglio MF Milano Finanza aveva riferito di un interesse per il dossier da parte dei fondi Apollo, Blackstone, Carlyle e Pai Partners (si veda altro articolo di BeBeez), mentre ieri Il Sole 24 Ore parlava di Apollo e CVC Capital Partners, riferendo anche di un mandato da parte degli azionisti agli advisor Deutsche Bank e Ubs.
Dal 2006 il 97% di Sisal è controllato dai fondi Permira, Apax e Clessidra, che già nel 2014 avevano tentato il disinvestimento tramite ipo, ma il collocamento era stato ritirato all’ultimo momento, perché le condizionid i mercato non erano più favorevoli, soprattutto per un’azienda ancora parecchio indebitata e con i conti in rosso (il bilancio 2013 aveva registrato ancora una perdita di 98 milioni).
Nel frattempo, però, le cose sono cambiate. Già il bilancio 2014 indicava ricavi consolidati per 821 milioni (+6,3% rispetto al 2013), un ebitda rettificato di 188,8 milioni (+7,6%), un ebit di 70,3 milioni (a fronte di un dato negativo di 12 milioni dell’anno precedente) e una perdita netta di soli 2,32 milioni. A fronte però di un indebitamento finanziario netto di 894 milioni.
I numeri del 2015 non sono ancora disponibili, ma il resoconto intermedio dei nove mesi pubblicato a metà dicembre per gli obbligazionisti ha spiegato che la divisione giochi è più volatile, essendo anche esposta alle variazioni della normativa. In particolare, nel corso dell’ultimo anno Sisal ha optato per una sensibile riduzione del numero degli apparecchi delle videolottery per la quale il gruppo ha optato n risposta alla introduzione dell’addizionale di 500 milioni di euro con la legge di Stabilità per il 2015.
I ricavi consolidati dei nove mesi )si veda anche la presentazione agli investitori) sono stati di 557,3 milioni, in calo dai 603,7 milioni dei nove mesi del 2014. Più nel dettaglio, nei nove mesi i ricavi da giochi e videolotterie sono scesi a 329,3 milioni da 371,9 milioni, con quelli da pagamenti e servizi che sono invece saliti a 101,2 milioni da 90,9 milioni. Il tutto in presenza di un ebitda rettificato di 132,5 milioni (da 136,3 milioni) e per una perdita netta di 14,8 milioni da un risultato netto nullo dei nove mesi 2014. Il tutto in presenza di un debito finanziario netto di 874 milioni.