Lanciata in sordina lo scorso marzo, iBondis, piattaforma fintech di lending alle pmi italiane e tedesche, sta già preparando i prossimi passi per ampliare l’operatività a Francia e Spagna. Lo scrive oggi MF-Milano Finanza, a cui il responsabile dello sviluppo Pierpaolo Tiveron, ha anticipato che la piattaforma ancora prima, “ragionevolmente entro giugno, permetterà anche agli investitori privati professionali di investire accanto agli investitori istituzionali, che invece sono già presenti. Quanto ai privati non professionali, l’idea c’è, ma se ne parlerà nel 2017”.
Il progetto è ambizioso, ma ha le spalle larghe, perché iBondis è un intermediario finanziario autorizzato dalla FCA britannica, vigilato dalla Consob e iscritto nell’elenco delle imprese di investimento senza succursale al n. 4358.
L’avvio dell’operatività risale a inizio anno, mentre lo scorso marzo il fondo di venture capital russo Run Capital ha sottoscritto un importante round di investimento nel capitale della startup, affiancato da altri operatori di venture e da business angel internazionali, che hanno deciso di supportare l’idea dei cofondatori Christian Nothacker (ceo, ex Boston Consulting Group) e Alex Riesenkampff (ex Ubs Wealth management). Entrambi i manager hanno un passato nella startup di Mobile POS SumUp, che a sua volta dalla fondazione ha raccolto 40 milioni di euro di capitali dai venture capital. Non a caso iBondis ha annunciato anche una partnership con SumUp, da offrire alle aziende clienti (si veda qui il comunicato stampa).
La startup ha sviluppato un proprio sistema di rating automatizzato per valutare il rischio di credito delle piccole e medie imprese. Tiveron a BeBeez ha spiegato che “i finanziamenti sono erogati in 72 ore e possono andare dai 6 ai 60 mesi, per rendimenti lordi che vanno dal 5% al 13% nel caso dei 60 mesi, a seconda del merito di credito dell’azienda debitrice. I finanziamenti possono essere erogati da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 250 mila, ma a breve il massimo sarà portato a un milione. Al momento, il valore del credito medio erogato è circa 75 mila euro con un tasso medio del 7,5%. Per potersi classificare come azienda che richiede un prestito, è necessario soddisfare dei requisiti minimi, che sono un fatturato di almeno 50 mila euro all’anno, un patrimonio di ameno 50 mila euro e almeno due anni di vita”.
Per gli investitori non esistono garanzie specifiche a protezione di eventuali default sviluppate internamente alla piattaforma, ma ha spiegato ancora Tiveron, “iBondis sta finalizzando l’accordo con il Fondo centrale di garanzia per le pmi e questo mi pare che basti, anche perché tutti i finanziamenti che vengono richiesti sono a fronte di una fidejussione personale dell’imprenditore e presto saranno disponibili anche finanziamenti strutturati come mutui e quindi con garanzia reale”.
Quanto ai volumi, iniziano già a essere corposi. “Ultimamente i volumi di richieste raggiungono picchi di 5 milioni a settimana, quindi gli impegni di finanziamento che abbiamo a oggi da parte degli investitori istituzionali con i quali abbiamo stretto i primi accordi cominciano a non essere più sufficienti. Per questo motivo stiamo cercando altri investitori istituzionali interessati”.