Pillarstone, la piattaforma sponsorizzata l’anno scorso da Kkr Credit per l’acquisto di asset bancari non core in Europa, è in procinto di acquistare crediti nel settore shipping dopo aver preso a bordo un veterano dell’industria, Jens Martin Jensen, come partner responsabile del settore nella regione (si veda Reuters). Jensen è stato ceo di Frontline Management, società di Frontline, una dei più grandi player nel settore tanker al mondo, e ha lavorato nel settore per più di 30 anni, passando per la danese AP Moller-Maersk e la Island Shipbrokers a Singapore. Pillarstone ha dichiarato che è nei suoi interessi fornire alle società di shipping il suo supporto professionale ed essere di ausilio al sistema bancario per ridurre la sua esposizione al settore. John Davison, ceo of Pillarstone, constatando l’esistenza di molti non performing nel settore, considera strategica l’azione di Pillarstone per evitare che la china intrapresa possa ridurre di molto il settore nei prossimi anni con l’intenzione di collaborare con le società di shipping e le banche. Tra le banche che hanno venduto o cercano di ridurre la loro esposizione al settore possiamo ricordare Commerzbank, Lloyds, Royal Bank of Scotland, Deutsche Bank, Nordea e BNP Paribas. Si stimano circa 400 miliardi di dollari di loan erogati allo shipping nel mondo e le banche stanno soffrendo ormai da otto anni della crisi del settore. Pillarstone Italy è stata lanciata in Italia l’anno scorso per acquisire crediti deteriorati. Lo scorso aprile ha siglato un accordo con UniCredit, Intesa Sanpaolo e Carige per acquisire e cartolarizzare i loro crediti verso Premuda ed entro fine anno è attesa la sigla dell’accordo di ristrutturazione del debito della compagnia italiana con tutte le banche creditrici (si veda altro articolo di BeBeez). In Grecia, invece, Pillarstone Greece lo scorso maggio ha siglato un accordo con Alpha Bank e Eurobank per la cessione e cartolarizzazione dei crediti deteriorati verso un gruppo di aziende clienti e il successivo investimento di risorse fresche, sulla falsariga di quello siglato in Italia (qui il comunicato stampa). Tra le banche che hanno ancora una significativa esposizione con il settore ci sono Rbs e Commerzbank. Rbs sta provando da tempo a ridurre la sua esposizione e nell’ultimo anno lo ha fatto per 1,3 miliardi di sterline ma ha ancora una esposizione prossima al default di 6,2 miliardi di sterline alla fine di settembre. Commerzbank ha dichiarato una esposizione al settore di 5,4 miliardi di euro alla fine di giugno in ribasso dai 7,9 miliardi di un anno prima. La strategia di Pillarstone è di immettere denaro nelle società lavorando a quattro mani per la ripresa. Non trattandosi di un buyout con le banche che si prendono la perdita upfront, queste ultime hanno una partecipazione al potenziale upside via via che la performance dell’azienda finanziata migliora.
Il produttore di chip programmabili Lattice Semiconductor Corp ha dichiarato di essere stata acquisita da Canyon Bridge Capital Partners, private equity appena fondato da finanziatori cinesi per 1,3 miliardi di dollari, ultimo di una serie di deal che mostrano come il settore stia vivendo un periodo di consolidamento (si veda Reuters). Con sede a Portland nell’Oregon, Lattice è attiva nel crescente mercato della connettività in auto. L’offerta di 8,3 dollari per azione in cash incluso il debito rappresenta un premio del 30,3% rispetto alla chiusura di Lattice di mercoledì scorso a 6,37 dollari. Subito dopo l’annuncio il titolo si è adeguato me non allineato all’offerta con prezzi di circa 75 centesimi al di sotto dell’offerta stessa, dimostrando un certo scetticismo sulla chiusura dell’operazione. Canyon Bridge ha la sua sede a Palo Alto, California. I suoi LP (Limited Partners) vengono prevalentemente dal pechinese China Reform Fund, stando a un comunicato stampa rilasciato dall’advisor legale del fondo Jones Day. Val la pena ricordare che gli investitori cinesi sono stati sottoposti a intense indagini da parte delle autorità regolatorie nella loro corsa ad aggiudicarsi una grossa fetta del mercato dei produttori di chip e a seguito delle inchieste alcuni deal proposti sono stati bocciati in particolare dai governi australiano e tedesco. Ci si aspetta che la transazione descritta possa avere luogo all’inizio del 2017 stanti le approvazioni del CFIUS (Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti) e dell’antitrust cinese.