Blackstone, tramite i fondi Blackstone Tactical Opportunities, ha acquisito una quota di circa il 35% in De Nora, leader mondiale nella progettazione, produzione e fornitura di tecnologie elettrochimiche e per il trattamento delle acque. Il closing è previsto per i prossimi mesi. De Nora è stata assistita nella transazione da Lazard. Blackstone è stata assistita da Mediobanca e Deutsche Bank (scarica qui il comunicato stampa).
Blackstone, sotto la guida di Andrea Valeri, senior managing director di Blackstone Tactical Opportunities, ha acquisito la quota dagli azionisti Federico e Michele De Nora, rappresentanti dell’omonima famiglia che ha fondato la società nel 1923. Il valore del deal non è stato reso noto, ma nei mesi scorsi, quando ancora De Nora pensava alla quotazione in Borsa, si era parlato di un enterprise value di circa 900 milioni.
Il progetto di ipo, allo studio da fine 2015, prevedeva lo sbarco a Piazza Affari prima dell’estate, ma poi la Brexit lo aveva messo in stand-by. Lo scorso agosto il dossier ipo era tornato caldo, ma poi gli azionisti hanno preferito proseguire per un’altra strada, sebbene in prospettiva l’idea della Borsa rimanga (si veda altro articolo di BeBeez).
Sotto la gestione del ceo Paolo Dellachà, il gruppo de Nora ha chiuso il 2016 con un fatturato di 431 milioni di euro e un ebitda di 65 milioni, dopo aver chiuso il 2015 con circa 500 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 75 milioni. I multipli di ebitda che girano nel settore sono di 10 volte l’ebitda, secondo il Grace Matthews Chemicals Index sviluppato dall’advisor Usa Grace Matthews (specializzato nella chimica, che monitora 98 quotate internazionali), il che fa immaginare per de Nora un EV di almeno 650 milioni.
Detto questo, è anche vero che non è del tutto corretto applicare i multipli del settore chimico a De Nora, che non produce direttamente sostanze chimiche, ma fornisce la tecnologia necessaria ai giganti del settore, tecnologie che possono essere utilizzate anche per la pulizia delle piscine o per l’elettronica. In particolare è leader nella fornitura di tecnologie elettrochimiche per la produzione di cloro, soda caustica e derivati, oltre che per il trattamento delle acque, l’elettronica, la protezione catodica e la produzione dei metalli non ferrosi.
A suo tempo Dealreporter aveva confrontato De Nora con i gruppi quotati Usa Ecolab e Xylem, quello spagnolo Fluidra, la multinazionale Pentair, tutti attivi nel trattamento industriale dell’acqua, valutati 14-18 volte l’ebitda; e i britannici Bodycote, Vesuvius e Oerlikon, attivi nella tecnologia ad elettrodi, valutati a 8 volte l’ebitda. Il multiplo medio che ne derivava era di 11,88 volte l’ebitda.