In short list per il portafoglio di Npl immobiliari in fase di ristrutturazione di Intesa Sanpaolo da 1,35 miliardi, battezzato Project Rep (ribattezzato così dopo essere stato battezzato inizialmente Project Monopoli) sono rimasti Gwm in tandem con Pimco, Pillarstone insieme a Kkr e Coima, e infine Tpg insieme a Starwood e Prelios.
Lo ha scritto nei giorni scorsi MF Milano Finanza, precisando che la procedura prevede che le offerte vincolanti arrivino entro ottobre, probabilmente con l’obiettivo di individuare entro la fine dell’anno la cordata con cui procedere in esclusiva.
La scorsa primavera, quando erano state inviate le lettere di invito all’asta, si era parlato anche di un potenziale interesse di Fortress e Cerberus (si veda altro articolo di BeBeez).
Il portafoglio è composto principalmente da crediti di natura immobiliare in fase di ristrutturazione (qualcosa di abbastanza simile quindi al progetto Sandokan lanciato negli anni scorsi da Unicredit). Si tratta di 78 posizioni, per 1,25 miliardi verso aziende corporte e per 100 milioni verso fondi immobiliari. Sul fronte della composizione degli asset, come destinazione d’uso, la suddivisione è in uffici (l’8% per 110 milioni), retail (8% per 114 milioni), immobili industriali e logistica (4% per 52 milioni), destinazione mista (15% per 202 milioni), residenziale (58% per 781 milioni) e alberghi (7% per 89 milioni). composto
Come noto, l’operazione avverrà tramite la costituzione di un veicolo di cartolarizzazione e Intesa Sanpaolo resterà coinvolta nell’operazione.
La cessione del portafoglio Project Rep segue quella del portafoglio da circa 2 miliardi di euro, battezzato Beyond the Clouds, a Christofferson Robb & Company (Crc), Bayview e Prelios Credit Servicing lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez) e si inserisce nell’ambito della strategia di gestione proattiva del credito deteriorato adottata dal gruppo bancario.
La semestrale di Intesa Sanpaolo diffusa a inizio agosto ha mostrato una forte diminuzione del flusso di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis, sceso in termini lordi a un miliardo di euro, in diminuzione del 14% rispetto a 1,2 miliardi del primo trimestre 2017, e in termini netti a 500 milioni, in riduzione del 23% rispetto ai 700 milioni del primo trimestre 2017 (si veda qui la presentazione agli analisti).
Anche lo stock dei crediti deteriorati è in forte calo: in 21 mesi è diminuito di 10 miliardi di euro in termini lordi, senza oneri straordinari per gli azionisti e rispetto al dicembre 2016 è sceso del 6% in termini lordi e del 6,6% in termini netti, con le sofferenze che sono scese del 6,5% (sia lorde sia nette) e le inadempienze probabili che sono diminuite del 4,7% in termini lordi e del 6,2%in termini netti.