L’Italia continua a celebrare il grande artista, francese di nascita ma naturalizzato americano, Elliott Erwitt, considerato il “fotografo della commedia umana”. Il 23 settembre scorso è stata, infatti, inaugurata a Forlì una mostra che si propone di ripercorrere la carriera di Erwitt, con ben 170 scatti che comprendono produzioni a colori e in bianco e nero. Si veda Desirée Maida su Artribune. L’Italia ha dedicato così un’altra grande retrospettiva a Elliott Erwitt (Parigi, 1928), fotografo tra i più rappresentativi e amati del Novecento e anche del nuovo millennio. Mentre la mostra dedicata ai suoi scatti a colori, Kolor, era ancora in corso al Palazzo Ducale di Genova, fu annunciata un’altra esposizione dedicata al fotografo americano che è stata appunto poi inaugurata lo scorso 23 settembre ai Musei di San Domenico a Forlì. Personae è il titolo della mostra, curata da Biba Giacchetti, che raccoglie 170 scatti che ripercorrono la carriera dell’artista. Con una particolarità: per la prima volta vengono esposte insieme fotografie in bianco e nero e a colori, selezionate dallo stesso Erwitt. Se gli scatti in bianco e nero sono celeberrimi e considerati oramai icone della fotografia, quelli a colori sono pressoché inediti. La mostra comprende ritratti di celebrità – come Marilyn Monroe, Che Guevara, Sophia Loren, John Kennedy e Arnold Schwarzenegger –, soggetti e scene di vita che accomunano la quotidianità di qualunque persona, osservati attraverso lo sguardo empatico e ironico che contraddistingue Erwitt e che lo hanno reso il “fotografo della commedia umana”. E poi gli scatti di André S. Solidor, l’alter ego con il quale Erwitt ha firmato i suoi scatti a colori, irriverenti ed eccentrici, digitali e “photoshoppati”. L’altra faccia – non contraddittoria, ma complementare – della sua produzione in bianco e nero, decisamente più poetica e artistica, a tratti trasognata. Per chi non si fosse ancora recato a Forlì, c’è tempo fino al sette di gennaio del 2018. Bebeez suggerisce vivamente che non la perdiate.
Elliott Erwitt nasce a Parigi nel 1928, da genitori russi emigrati. Trascorre i primi anni di vita a Milano. All’età di dieci anni la sua famiglia si trasferisce di nuovo a Parigi, l’anno successivo a New York, per poi stabilirsi a Los Angeles nel 1941. Si veda il sito della mostra. http://www.mostraerwittforli.it/. Mentre frequenta la Hollywood High School, Elliott lavora in un laboratorio di fotografia sviluppando stampe “firmate” per gli appassionati delle stelle del cinema. Nel 1948 incontra Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker, i quali apprezzano a tal punto le sue fotografie da diventare suoi mentori. L’anno successivo torna in Europa, viaggia e fotografa in Italia e in Francia, iniziando di fatto la sua carriera professionale. Chiamato dall’esercito degli Stati Uniti nel 1951, continua a lavorare sia per varie pubblicazioni sia per l’esercito stesso, mentre staziona nel New Jersey, in Germania e in Francia.
Nel 1953, appena congedato dall’Esercito, Erwitt viene invitato a diventare membro di Magnum Photos; l’invito giunge direttamente dal fondatore, Robert Capa. Nel 1968 diventa presidente della prestigiosa agenzia e ricopre tale carica per tre nomine. Ancora oggi, continua a essere una delle figure di spicco nel competitivo mondo della fotografia. I suoi saggi giornalistici, illustrazioni e pubblicità sono apparsi in pubblicazioni di tutto il mondo per oltre mezzo secolo. Durante gli anni Settanta, pur continuando il suo lavoro di fotografo, Erwitt inizia a girare dei film. I suoi documentari includono BEAUTY KNOWS NO PAIN (1971), RED WHITE AND BLUE GRASS (1973), sovvenzionato dall’American Film Institute, e il premiato THE GLASSMAKERS OF HERAT (1979). Negli anni Ottanta produce anche diciassette drammi teatrali e programmi di satira per l’emittente Home Box Office. Mentre lavora attivamente per riviste, clienti industriali e pubblicitari, Erwitt dedica tutto il tempo libero alla creazione di libri e mostre del suo lavoro. Fino a oggi ha pubblicato circa trenta libri fotografici.