Sirti cambia pelle e si prepara a crescere in ricavi e redditività nei prossimi tre anni, par arrivare a 743 milioni di euro nel 2020 dai 673 milioni del 2017, con un margine di ebitda 7,8% dal 4,4% attuale, dopo un fatturato previsto stabile quest’anno, con una marginalità in crescita al 5,1%, e con ricavi visti a 696 milioni nel 2019 con un ebitda margin al 6,7%.
Lo ha annunciato ieri Roberto Loiola, amministratore delegato del gruppo storicamente presente nel mercato delle infrastrutture per le tlc e l’energia, in carica dallo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez), in occasione della presentazione del piano strategico 2018-2020 a un anno e mezzo dall’accordo di ristrutturazione del debito con le banche e il passaggio sotto il completo controllo della piattaforma di turnaround Pillarstone Italy (si veda altro articolo di BeBeez).
Dopodiché tutte le opzioni sono aperte. John Davison, amministratore delegato di Pillarstone e presidente di Sirti, a questo proposito ieri ha detto: “Non abbiamo piani specifici. Dobbiamo lavorare duramente. Abbiamo una visione a lungo termine, siamo pazienti. Se faremo bene, tra 3, 4, 5, 6 anni avremo a disposizione varie opzioni, tra cui la quotazione, l’ingresso di altri investitori, un’operazione di consolidamento”.
Il tutto grazie alle nuove risorse immesse da Pillarstone e grazie al nuovo assetto organizzativo basato su quattro business unit: Telco Infrastructures, Energy&Utilities, Ict e Trasporti. E questo per cogliere le necessità di trasformazione tecnologica che oggi hanno tutti i clienti del gruppo. Secondo Loiola, infatti, lo scenario di mercato che si prospetta “evidenzia profondi cambiamenti in tutti i settori nei quali operiamo. IoT, 5G, Alta Velocità, Ultra Broadband, Smart City sono le principali grandi trasformazioni tecnologiche e infrastrutturali attese per questi anni, e Sirti è posizionata in modo eccellente in ognuna di esse”.
Loiola e Davison hanno sottolineato che il gruppo potrà crescere anche per acquisizioni, in particolare nel settore energy e utilities e nell’ict. L’ultima acquisizione di Sirti risale a fine 2016, poco dopo l’ingresso di Pillarstone nel capitale, quando il gruppo ha acquisito Foi & Vitali Elettrodotti, società specializzata nella gestione e manutenzione di linee elettriche alta-media-bassa tensione, ed era la prima dopo 10 anni di inattività del gruppo sul fronte acquisizioni (si veda altro articolo di BeBeez). In Foi & Vitali, che è stata ridenominata Sirti Energia, è stato poi integrato il ramo d’azienda produttivo di Basso (già controllata di Sirti) e successivamente la business unit Energy&Utilities è stata potenziata con oltre 220 nuove risorse per ampliare l’attività a tutto il comparto delle utility, compresi il settore idrico e quello del gas.
Quanto all’Ict, quella business unit già supera da sola i 100 milioni di ricavi, ma è proprio quella per la quale l’attività di m&a “è la priorità numero uno”, ha detto Loiola, aggiungendo di voler crescere nel settore banche e assicurazioni, appunto “magari tramite un’acquisizione”. L’ad ha negato però un interesse per Retelit: “E’ solo un cliente”, ha detto. Quanto alle altre business unit, il peso della Telco sul totale dei ricavi è destinato a fine piano a ridimensionarsi al 54% dal 72% attuale, sebbene sia previsto un potenziamento dell’ingegneria e delle operation, con nuovi ingressi di circa 400 persone. Viceversa, sono stimati incrementi per energia&utilities (al 9% dal 4%), ict (al 20% dal 18%) e trasporti (al 17% dal 7%). Sempre grazie ai nuovi capitali a disposizione, sono previsti investimenti in ricerca e sviluppo per 30 milioni, di cui 14 milioni destinati alla business unit Trasporti. Infi
I numeri del piano sono basati sui piani di investimento dei principali clienti di Sirti, in Italia e all’estero, correlati all’incremento della penetrazione delle reti a banca larga, agli investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie, delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia e all’incremento della spesa per infrastrutture e sistemi Ict.
I principali clienti di Sirti sono Tim e tutti gli operatori di tlc, Enel e varie utilities, il gruppo Ferrovie dello stato. In particolare, sul fronte tlc Loiola ha sottolineato che il piano è prudenziale, perché “ci sono punti di domanda sui clienti”: su OpenFiber “non abbiamo dubbi”, per quanto riguarda Tim “è ignota l’entità degli investimenti”. Detto questo, Loiola ha concluso che Sirti è pronta “a numeri ben più alti”.