Eclectica Contemporary Gallery, situata al 69 di Burg Street, nel cuore del centro di Città del Capo, ha lanciato l’anno con una sfida per porre nuove domande – porre domande ai media e in genere al mondo dell’arte. Con un fitto calendario di mostre programmate per l’anno, la galleria sta assistendo a cambiamenti e transizioni incredibili mentre gli artisti sudafricani crescono e vagano per nuovi percorsi e viaggiano in nuovi territori. ‘Stop Stop Click’ è una collettiva sul mondo della fotografia ponderato su idee di interazione, di osservazione e di creazione. Gli artisti presenti nella mostra hanno portato opere che offrivano un nuovo mondo di possibilità all’interno del mezzo fotografico. Accanto alla mostra, hanno avuto luogo una serie di esibizioni di sound art site specific. Tra i presenti oltre alla curatrice Mia Thom anche Justin Dingwall, Bianca Bell, Kyu Sang Lee, Clare Patrick e Morgan Kunhardt. Per il mese di aprile, Eclectica Contemporary è lieta di presentare due mostre personali. Ben Coutouvidis espone il suo nuovo corpo di lavoro “Limb” sulla strada e i livelli del seminterrato, mentre Christa Myburgh mostra le sue serie “la presenza di assenza” nello spazio al piano di sopra. Per quanto riguarda la prima la mostra allude alla fisicità dell’opera – nelle forme e forme e nel fare, dalle radici intrecciate e rami di alberi che si estendono attraverso la tela come dita e gambe e piedi, alla scultura scultoreo e re-articolata figure. ‘Limb’ gesticola attraverso il linguaggio e l’immaginazione mentre medita sulle forme e forme astratte di questi soggetti. Usando una serie di legni raccolti dalle foreste, dal mercato di Milnerton e da altri luoghi strani, Ben Coutouvidis crea sculture chimeriche come modalità per esplorare come possiamo riformattare e reimmaginare le cose precedentemente determinate. Estendere attraverso il suo lavoro è un motivo della terra e trovare il proprio posto all’interno e intorno ai paesaggi. Coerentemente nell’esplorazione di Ben c’è una considerazione su come l’interazione umana modella e segna la terra, con un interesse per le trame e gli ambienti per l’abitazione e l’avventura. Le opere di questa mostra esplorano e illustrano la nozione del parlare attraverso il movimento, usando mezzi diversi per articolare diversi pensieri che si uniscono attorno alla connessione centrale del gesto, alle diverse nozioni di corpo e ai mondi in cui ci troviamo. Per quanto riguarda la seconda mostra in programma, ovvero ‘the presence of absence‘ di Christa Myburgh. In questa mostra, il processo di costruzione di questo corpo di lavoro e il mantenimento della vita come madre single si traducono in dipinti intensamente personali e intimi che contribuiscono a un sottofondo di fragilità, illusione e assurdità. Myburgh assume dimensioni, prospettiva e chiaroscuro per illuminare una realtà vissuta assurda che associa alla sua vita di madre due bambini piccoli. Un omicidio si sofferma nella narrativa e nell’esperienza sottilmente sinistre del suo lavoro, con figure che entrano con dei fuori fuoco sul piano pittorico. La sua tecnica di pittura realistica accentua la delicata natura delle sue esperienze. Una realizzazione shock della fragilità della vita umana e della mortalità delle sue creazioni destabilizza le immagini altrimenti pittoresche. In un periodo in cui il realismo nella pittura viene spesso accantonato per un’ampia astrazione o espressione. Si veda eclecticacontemporary. (Sopra Ben Coutouvidis | Limb | 2018 | oil on card – Sotto Christa Myburgh | Sunday, Monday, Someday and always | 2017 | Oil on canvas | 170 x 170 cm).