I broker marittimi stanno lavorando in questi giorni alla vendita dell’intera flotta di 12 navi bulk carriers di Gestioni Armatoriali, la compagnia armatoriale controllata da Nicola Coccia, Bruno Castaldo e dalla famiglia Bazzi, nell’ambito dell’accordo di ristrutturazione del debito ai sensi dell’art. 182-bis della Legge Fallimentare firmato a inizio luglio tra la società e e i finanziatori, cioé Deutsche Bank (cessionaria nel novembre 2015 dei crediti di titolarità di Commerzbank e poi di recente anche di quelli di Banco di Napoli, Unicredit, Credem, Ge Capital Interbanca, poi Ifis Interbanca, Banco Bpm), Morgan Stanley (che di recente ha acquisito i crediti di Monte dei Paschi di Siena e di Mps Capital Markets) e Banca di Credito Popolare (unica banca originaria creditrice a non aver ceduto i propri crediti).
Secondo quanto riferito da MF Milano Finanza nei giorni scorsi, l’accordo, che arriva dopo sei anni di negoziazioni con il ceto bancario, dovrà ora essere omologato dal Tribunale di Ravenna e prevede l’azzeramento del debito della società, che ammonta a un totale di 385 milioni di dollari (a fronte di ricavi per 39,4 milioni nel 2017, un ebitda di 2,5 milioni, un debito finanziario lordo di 338 milioni e un debito finanziario netto di 298,1 milioni, si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente), in parte mediante parte rimborso in contanti e in parte mediante la “cessione delle navi di proprietà a soggetti indicati dai creditori, con accollo liberatorio dei relativi debiti”. Alla società resterà la gestione di sei unità e a determinati valori di mercato avrà il diritto di riacquistare tre delle navi oggetto di ristrutturazione, cioé Ray G, Mare di Venezia e Mare di Genova.
La proprietà di tutte e 12 le navi (Ray G, Mare di Venezia, Mare di Genova, Britannia G, Hellenic G, Dalmatia G, Cyrenaica G, Lusitania G, Italic G, Hispanic G, Aquitania G e Pannonia G) è passata a Deutsche Bank e al fondo Attestor Capital, lasciando in questo modo Gestioni Armatoriali libera da debiti, con i propri beni immobiliari e con la struttura di personale che ha avuto finora per continuare a operare sul mercato. E a questo punto, a loro volta Deutsche Bank e Attestor stanno cercando di monetizzare gli asset.
Lo scorso marzo Attestor ha rilevato un credito da 33 milioni di dolllari da Banco Bpm verso Gestioni armatoriali, mentre a fine febbraio Attestor insieme a Deutsche Bank avevano acquistato da Intesa Sanpaolo un credito da 85 milioni di dollari verso la società e pochi giorni prima Taconic Capital aveva rilevato da UBI Banca un credito di 49 milioni di dollari sempre verso la stessa compagnia (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso febbraio il consiglio d’amministrazione della società aveva deliberato di chiedere al Tribunale di Ravenna l’ammissione della società al concordato preventivo con continuità aziendale (artt. 160 e 186-bis della Legge Fallimentare) sulla base di un piano industriale e di un piano finanziario piano finanziario, predisposto con il supporto dell’advisor industriale Venice Shipping & Logistics, che prevedeva anche una componente liquidatoria, rappresentata dalla vendita di quattro navi (su una flotta di dodici) ritenute non strategiche per la prosecuzione dell’attività. Nello specifico si trattava delle quattro bulk carrier classe Supramax Lusitania G, Cyrenaica G, Pannonia G e Dalmatia G sulle quale grava un debito residuo di complessivi 121 milioni di dollari riconducibile per due navi a Deutsche Bank e per le altre due a un pool guidato da Mps e di cui facevano parte anche Intesa Sanpaolo (posizione passata a Deutsche Bank e Attestor), Ubi Banca (posizione passata a Taconic Capital) e Banca Ifis. La domanda al Tribunale, però, non è stata presentata perché nel frattempo si è scelto di seguire la strada dell’accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis.
Gestioni Armatoriali aveva già presentato domanda di concordato in bianco nel febbraio 2016 a seguito dell’arresto a Panama da parte di Deutsche Bank della nave Mare di Venezia, una delle navi a garanzia del mutuo concesso alla stessa compagnia armatoriale e rilevato nell’autunno 2015 da Deutsche Bank (si veda altro articolo di BeBeez). Deutsche Bank aveva acquistato il credito (classificato a sofferenza) da Commerzbank a forte sconto (oltre il 50%) sul valore nominale di 91 milioni di dollari. Il mutuo era stato concesso a suo tempo per finanziare l’acquisto di quattro navi della flotta Gestioni Armatoriali. La nave in questione era poi stata liberata nel settembre 2016.
Per un’analisi sulle possibili performance di investimenti in vari tipi di navi,
si vedano le simulazioni condotte da Venice Shipping e Logistics per BeBeez
e incluse periodicamene nel Vsl Shipping Equity Index
(si veda altro articolo di BeBeez).