Seleco spa, la rinata storica azienda di televisori nata a Pordenone, ma che ha spostato a Trieste la produzione, ha ottenuto nei giorni scorsi proprio dal Tribunale di Trieste l’ammissione al concordato con riserva. Il Tribunale ha concesso all’azienda tempo sino al prossimo 27 dicembre per depositare in cancelleria una proposta rivolta ai creditori (si veda qui il decreto del Tribunale). Seleco è seguita nell’operazione sotto il profilo industriale e legale, da Al Consulting Network e da Hoogan Lovells.
Il presidente di Seleco, Maurizio Pannella, intervistato dalla stampa locale ha spiegato: “L’azienda si trova in temporanea difficoltà, a causa del ritardato inizio della produzione di televisori. Presenteremo al Tribunale una proposta per ristrutturare il debito, che è in gran parte contratto con gli istituti di credito”.
Il ritardo nella produzione, ha detto ancora Pannella, è che l’azienda avrebbe dovuto “cominciare già in estate in Porto vecchio al Molo III , ma, per la ventilata trasformazione di quell’area in terminal crociere Msc, abbiamo accettato di trasferirci in uno dei capannoni ex Wärtsilä a Bagnoli, con l’assicurazione che a breve il sito sarebbe stato dotato del punto franco.Però a inizio novembre il punto franco, i doganieri e la Guardia di finanza a Bagnoli non si sono ancora visti. E senza porto franco non si parte, perché, proprio allo scopo di conseguire il vantaggio fiscale, abbiamo spostato il progetto da Pordenone a Trieste”.
Pannella insieme ad altri investitori aveva comprato dalla famiglia Asquini il marchio Seleco dicembre 2016 con la sua Twenty spa che opera nell’elettronica di consumo, con l’obiettivo di rilanciare la produzione di televisori. Fondata nel 1965 da Lino Zanussi, Seleco ha avuto momenti di gloria, come lo sviluppo della prima consolle per videogiochi italiana nel 1974, e affrontato diverse crisi, in particolare dalla prima metà degli anni 90, per arrivare poi al fallimento e alla chiusura dello stabilimento nel 1997. Nella primavera 2017 Twenty spa ha cambiato nome in Seleco spa ed è stata capitalizzata con 3,5 milioni di euro. Pannella, però, ha sempre detto che il piano di rilancio di Seleco avrebbe richiesto investimenti per 25-30 milioni.
Non a caso, secondo quanto riferito nei giorni scorsi da MF Milano Finanza, Seleco ha un debito di 8,4 milioni di euro che si confronta con un ricavi a quota 1,1 milioni. Il debito sarebbe stato acceso per finanziare le varie sponsorizzazioni nel mondo del calcio, a partire dalla Lazio. Non solo. Lo scorso giugno Seleco ha anche comprato l’Associazione Sportiva Pro Piacenza 1919 srl, titolare del club sportivo Pro Piacenza, squadra di calcio fondata nel 1919 militante oggi nel campionato italiano di Lega Pro – Serie C.